Il Messaggero pubblica un commento di Marco Conti sui disaccordi tra i ministri di Berlusconi intitolato ''Crisi, sale la tensione tra i ministri''. Lo riportiamo di seguito:
''I segnali ci sono tutti e l'ultimo consiglio dei ministri ne è stato una conferma "grazie" anche all'assenza per malattia del presidente del Consiglio. L'accendersi di una conflittualità interna all'esecutivo oramai trapela da giorni in più di una cronaca. Venerdì ha coinvolto i ministri Zaia e Fitto impegnati a disputarsi, in Consiglio, il raggio di azione del provvedimento sulle "quote-latte", ma da qualche tempo la tensione avvolge i ministri la cui delega è più coinvolta nella gestione dell'attuale crisi economica.
E' della scorsa settimana l'auspicio di una nuova riforma delle pensioni. E' bastato il titolo a tutta pagina di qualche giornale che da Davos attribuiva al ministro Giulio Tremonti la volontà di rimettere mano all'età pensionabile, a far scattare il collega con delega al Lavoro Maurizio Sacconi, il quale ha prima negato la volontà del governo di intervenire, e poi ha circoscritto l'eventuale "aggiustamento" all'equiparazione tra uomo e donna, sollecitata dalla Corte di giustizia Europea. Poichè da quest'ultimo intervento si trarranno ben poche risorse necessarie per affrontare politiche anticicliche, è ovvio immaginare che presto si tornerà a parlare di una possibile revisione dei meccanismi di pensionamento di coloro che maturano i diritti dal 2010 in poi e che non rientrano nel sistema di calcolo retributivo introdotto dalla riforma Dini.
Altro argomento, altra disputa, ancor più datata della prima: gli aiuti al settore auto. Il primo a parlarne mesi orsono, fu il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola che venne rapidamente smentito dal collega dell'Economia Tremonti e dallo stesso presidente del Consiglio in una pausa della missione a Pechino. La discussione tra ministri è stata aggiornata in attesa di conoscere i provvedimenti in materia della nuova amministrazione americana e in che modo Bruxelles avrebbe permesso interventi a sostegno del settore automobilistico. In attesa che il commissario Ue competente Guenther Verheugen, metta ordine negli aiuti dei Ventisette, i principali paesi, tranne l'Italia, si sono però già mossi. La rottamazione in Germania vale 2500 euro e in Francia 1000. Berlino garantisce i prestiti per la ristrutturazione del settore e Parigi non è da meno con lo stanziamento di un miliardo e con 300 milioni destinati anch'essi alla ristrutturazione dell'industria automobilistica. Provvedimenti li ha adottati la Spagna, la Svezia e persino la Romania.
In Italia il dibattito è ancora aperto. La Lega si è messa subito di traverso. Il ministro Roberto Calderoli nei giorni scorsi ha tagliato corto sostenendo che di «aiuti alla Fiat non se ne parla» e che «è un'azienda importante nel Paese, ma bisogna intervenire in diversi settori oltre quello dell'auto».
In un momento di "coperta corta" la cautela è d'obbligo, ma nell'esecutivo non tutti la pensano allo stesso modo e sono preoccupati non solo delle risorse che occorre trovare per finanziare la cassa integrazione, ma anche dei 60 mila posti di lavoro a rischio paventati qualche giorno fa dall'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne.
Se il ministro Sacconi punta ad allargare i destinatari degli interventi a tutta «l'industria dei beni di consumo durevoli», il ministro Scajola resta convinto che occorra maggiore attenzione nei confronti di un'azienda come la Fiat che ha avuto un calo del 33% nelle vendite e che, senza interventi, è capace di "produrre" nel 2009 trecento mila cassintegrati in più e mezzo punto di pil in meno. Si vedrà venerdì in consiglio dei ministri se passerà la linea soft dei 300 milioni per la rottamazione o la linea shock che punta a portare ad un miliardo di euro lo stanziamento con il raddoppio del bonus per chi sostituisce una vecchia vettura con una più ecologica.
Ieri pomeriggio il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, parlando in collegamento telefonico ad Avellino ad una kermesse organizzata dal ministro Gianfranco Rotondi, ha ricordato il pacchetto triennale da 40 miliardi di euro a sostegno dell'economia. Nulla di nuovo, visto che si tratta di cifre già in Bilancio, ma l'evocazione ha il sapore di una chiamata ai ministri che ritengono sufficienti quelle misure per fronteggiare la crisi''.