La crisi finanziaria non fa distinzioni di sesso e colpisce, anche le donne. Fa scalpore, però, che ad annaspare nei debiti ci siano due delle “superpotenze” assolute dell’imprenditoria femminile. Due icone, come la regina della moda Anne Wintour e la fotografa Annie Leibovitz, del gusto e della moda. Donne, insomma, più abituate a dettare le regole che a subirne le conseguenze.
Anne Wintour, della moda è l’imperatrice: oltre vent’anni di direzione di Vogue, “busta paga” da 2.000.000 di dollari annui, è a lei che è ispirato il film “Il diavolo veste Prada”.
Eppure la crisi ha colpito a fondo anche lei. Colpa del crollo verticale del mercato pubblicitario: -37% per il numero di settembre 2009.
Così Condè Nast, il gruppo che controlla Vogue e Vanity Fair, ha ordinato un taglio del 15% delle spese e, orrore per una rivista che ha fatto dell’ostentazione impudica del lusso la sua ragion d’essere, ha incaricato un team di esperti di razionalizzare i costi.
Boccone amaro per una donna abituata a pagare fino a 150.000 dollari un servizio fotografico, con spese di catering, per i set anche di 5000 dollari.
Se la Wintour se la passa male, Annie Leibovitz sta anche peggio. Per lei c’è già la data del fallimento che incombe: l’otto settembre infatti scade la rata del prestito (24 milioni di dollari) contratto dalla fotografa con la società Art Capital Group . Se non paga, il patrimonio della Leibovitz, stimato attorno ai 50 milioni, verrà venduto all’asta.
Colpo durissimo per la fotografa celebre per scatti come quello di John Lennon nudo insieme a Yoko Ono e Whoopie Goldberg in un bagno di latte.
Ma la responsabilità sembra davvero tutta della Leibovitz e delle sue spese folli come le tre case collegate a Manatthan e l’appartamento sulla Senna, a Parigi, per la sua compagna, la scrittrice Susan Sontag, da poco scomparsa.
