di Claudio
Sui media compaiono quotidianamente notizie di aziende private in difficoltà che riducono drasticamente il personale. Fonti Cisl indicano in 900.000 i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro nei prossimi due anni. A fronte di questi fatti mi chiedo come mai sollevi una così forte opposizione l’ipotesi di arginare e ridurre il numero di immigrati in ingresso al nostro Paese. Come potranno integrarsi, condizione indispensabile onde evitare che per sopravvivere essi debbano delinquere, in un Paese che non riesce ora, e meno ancora riuscirà nel breve e medio periodo, a provvedere lavoro e casa per i cittadini autoctoni? Quando si parla di immigrazione non si può ignorare il parametro chiave che, a mio avviso, sta alla base di una possibile integrazione e cioè, in cifre, il numero di immigrati ai quali il nostro Paese può garantire lavoro e dimora.
