Qui sala parto/ “Che bel culetto!”

Oggi, nel box 3 della nostra sala parto, è nato Francesco.
La madre, Antonietta, una donna di 40 anni, era alla prima gravidanza. Al momento del ricovero, sembrava una di quelle “toste”, senza troppe pretese. Invece, la quasi mamma, sdraiatasi sul lettino del box 3 a travaglio già avviato, si è comportata in modo completamente diverso dalle aspettative del medico e dell’ostetrica.
Qualche dettaglio tecnico, che chi ha vissuto l’esperienza del parto può apprezzare. Quando Antonietta era stata ricoverata, presentava  solo 2 centimetri di dilatazione ma tutto faceva prevedere che non l’avrebbe tirata tanto in lungo. Così le era stata fatta immediatamente l’epidurale.
Grazie all’iniezione, il dolore delle contrazioni le era passato. Antonietta sorrideva al marito, e lui sorrideva a lei, nell’attesa della dilatazione completa, cui è arrivata nel giro di un paio d’ore.
Da quel momento, però, le cose sono cambiate, esattamente quando l’ostetrica l’ha sollecitata a dare le prime spinte: la testa del feto era lì lì per uscire, e poi via tutto il resto, ma ci voleva uno sforzo da parte della madre.

A quel punto, la “tosta”  Antonietta  ha iniziato a piagnucolare. Sembrava partecipasse al funerale di una persona cara. L’ostetrica e il medico, improvvisamente, non sapevano più come gestire la situazione. Antonietta sembrava una donna diversa.
Fortuna che c’era Mario, il marito , un bell’uomo un po’ cicciottello, il quale, sdrammatizzava  la situazione, ci rideva su, la prendeva in giro per il suo comportamento fragile. E la invitava a spingere.
Lei lo supplicava di darle la mano e, a dire il vero, stringeva la mano del povero, simpatico e paziente Mario con tale energia che sembrava stritolargliela.

Mario non si perdeva d’animo. Anzi, la rimproverava della scarsa partecipazione e le diceva: «Dai, non fare queste scene, spingi, spingi e apri le gambe!».
La povera donna di fronte all’invito dell’ostetrica e del medico di non perdere la calma e di concentrarsi nella spinta, riprendeva il suo lamento, di un tipo che raramente si sente. Accade  spesso che le donne urlino. Antonietta no, non urlava, piagnucolava!!
Trenta minuti dopo dalla dilatazione completa, spingeva in modo scordinato, con la testa indietro e le gambe semichiuse… un disastro! Eppure, spingeva in modo efficace. E così ha continuato, a piagnucolare e a spingere, per tutto il periodo espulsivo. Con il controcanto del marito, che, invece, ad ogni piagnucolio, si faceva delle risate di cuore. A quel punto, l’ostetrica e il medico avevano capito che Francesco voleva comunque venire alla luce. E infatti, nonostante i miagolii della madre, si è affacciato alla vita in poco tempo.

Alla fine tutto è andato bene, a parte qualche lacerazione vaginale conseguenza della scarsa collaborazione di Antonietta. Lei però era talmente felice da non capire più nulla. Lo rivela questo dettaglio: una volta che Francesco è venuto alla luce, l’ostetrica lo ha messo a testa in giù; Antonietta ha cambiato faccia e, come nulla fosse accaduto, ha esclamato: «Che bel culetto!!!».

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