Il cda della Rai ha vagliato la trattativa con Sky per la trasmissione dei canali del servizio pubblico sulla piattaforma della tv satellitare in vista della scadenza a luglio contratto.
Il consiglio di amministrazione, a quanto riferisce La Repubblica, ha dato mandato al dg Mauro Masi di avviare la trattativa con l’emittente del magnate australiano Rupert Murdoch e ha approvato all’unanimità la seguente delibera: «Il cda prende atto della proposta del direttore generale di avviare, nei tempi più brevi, la negoziazione con Sky Italia, tenendo costantemente informato il Consiglio sugli ulteriori sviluppi della trattativa».
Sarebbe dunque passata la linea del presidente Rai, Paolo Garimberti, il quale ritiene che i circa cento milioni che Sky sborsa per l’intero pacchetto dei canali della Rai sarebbero pochi. Il mandato affidato al direttore generale Masi, dunque, è finalizzato proprio a questo: reclamare più soldi.
Il cda ha dato ampio mandato a Masi di avviare la trattativa, ma – a quanto si apprende a Viale Mazzini – la negoziazione appare estremamente difficile. Alle attuali condizioni, infatti, l’offerta ricevuta dalla piattaforma satellitare viene ritenuta impraticabile: bisogna capire, dunque – si ragiona a Viale Mazzini – se si stia dentro o meno l’ipotesi di continuare la partnership con Sky, approfondendo tutti gli aspetti del contratto, gli elementi sotto il profilo della concorrenza e le prospettive di mercato.
Questioni che saranno con ogni probabilità al centro della prima parte della trattativa. Qualora poi si decidesse di proseguire sulla strada della partnership con Sky, si apprende ancora a Viale Mazzini, servirebbero «molti più soldi».
Se la trattativa dovesse andare a monte, i canali della tv di stato sparirebbero dal decoder di Sky dal primo agosto. E non solo Rai Uno, Due e Tre. Ma anche Rai Extra, Rai Cinema o Gambero Rosso. Un divorzio che alla Rai costerebbe un bel pacchetto di milioni l’anno. E con un risvolto inedito.
A viale Mazzini, infatti, si sostiene che quest’addio avrebbe un minimo di senso «se anche Mediaset» divorziasse da Sky. Ma, di fronte al profilarsi di una alleanza tra i colossi Rai e Mediaset, il Pd passa all’attacco e per bocca di Paolo Gentiloni chiede un «serio esame da parte dell’Autorità Antitrust».
L’idea della separazione, nasce dalla constatazione che Sky, crescendo negli ascolti e nella raccolta pubblicitaria, sta diventando la vera avversaria di Rai e Mediaset. E la tentazione di ritirare i canali dal decoder di Sky, nasce proprio dall’idea di depotenziare l’avversario.
Ma il Pd pensa l’esatto contrario, come hanno spiegato Vincenzo Vita e lo stesso Gentiloni mercoledì in Parlamento, parlando del caso Sardegna. Sky – è la tesi – è certo un avversario di Mediaset (entrambi i soggetti hanno dei canali a pagamento). Ma non è un avversario della Rai che manca di un’offerta di pay-tv.