Il Corriere della Sera pubblica un editoriale di Angelo Panebianco sul problema dei rifiuti intitolato ”La battaglia decisiva”. Lo riportiamo di seguito:
”Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti (ma forse così non è) che in Campania, nella drammatica vicenda dei rifiuti, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi non sarà in gioco solo la credibilità del neonato governo Berlusconi. L’immagine internazionale del Paese è stata orribilmente sfigurata a causa di quella vicenda. Senza un immediato e radicale cambio di rotta, senza un vero avvio di soluzione del problema, rischiamo di non potere mai più ridare (parole di sapore antico ma, credo, calzanti) l’onore perduto all’Italia. Di fronte al mondo come di fronte a noi stessi.
Occorre una grande concordia di intenti, una ferrea volontà di coordinamento degli sforzi fra tutte le istituzioni che contano, da quelle politiche (a tutti i livelli), a quelle ammini-strative, a quelle giudiziarie. Possibilmente, con l’impegno e il sostegno dell’intera società , della Chiesa, dei mezzi di comunicazione, eccetera. Anche perché si è ormai capito che la possibilità o meno di affrontare con successo la questione dei rifiuti dipenderà in larga misura dagli esiti del braccio di ferro fra lo Stato democratico e la camorra (che non intende rinunciare all’ultra-redditizio business dei rifiuti) per il controllo del territorio campano: una sfida che lo Stato democratico potrebbe benissimo perdere.
C’è dunque, finalmente, quella concordia di intenti? Solo in parte, a quanto sembra. Se il presidente della Regione campana Antonio Bassolino si dichiara pronto a cooperare lealmente con il governo, altri sembrano, incredibilmente, ignari della gravità della situazione. È impressionante, ad esempio, il resoconto ( La Stampa, 19 maggio) dello stillicidio di intralci posti, negli ultimi mesi, da alcune procure campane all’attività del commissario Gianni De Gennaro, al suo disperato tentativo di tamponare l’emergenza. Ed è ugualmente impressionante il contenuto dell’intervista rilasciata ieri al Corriere non da un passante ma dal sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Invece di appellarsi ai suoi cittadini perché collaborino con le pubbliche autorità , invece di lasciare da parte le polemiche e invitare tutte le istituzioni all’azione concorde, la Iervolino (rendendo così poco credibile la sua stessa dichiarazione di voler cooperare col governo) non rinuncia a sottolineare il suo ruolo di «antagonista » di Berlusconi e della maggioranza. Con varie battute sarcastiche, come quella sulla proposta di tenere segreti i siti delle discariche: «Che facciamo? Vestiamo gli operai da Cappuccetto Rosso e camuffiamo le scavatrici da carri di Babbo Natale?». Si vede che al sindaco di Napoli mette allegria stare seduta sulla tolda del Titanic. La storia insegna che nelle grandi tragedie un ruolo importante, in negativo, lo svolge sovente l’inadeguatezza politica di chi occupa rilevanti posizioni pubbliche.
A Napoli e dintorni è in corso da mesi una sorta di guerriglia «a bassa intensità », scontri fra dimostranti e polizia, roghi di cassonetti, eccetera. Forse la camorra, come anche nella vicenda dell’assalto al campo Rom, sta mandando un messaggio al governo e, in realtà , all’intera società italiana, un messaggio del tipo «questo è territorio nostro, non provatevi a mettervi di mezzo». Sarà difficile per chicchessia mettersi di mezzo se le istituzioni non remeranno tutte con lo stesso ritmo e nella stessa direzione”.
