È stato un agosto bollente, uno tra i più caldi degli ultimi dieci anni. La media stagionale invece porta ad avere dei risultati più bassi grazie ad un luglio meno bollente: ma anche quest’anno un record c’è e riguarda la temperatura degli oceani.
Durante il mese di agosto nello specifico e per tutto il periodo che va da giugno ad agosto, la temperatura degli oceani ha segnato il primato dal 1880, anno in cui si è iniziato a raccogliere questi dati in modo scientifico. Lo afferma il “National Climatic Data Center” degli Stati Uniti: durante il periodo che va da giugno a fine agosto infatti, le temperature della superficie degli oceani hanno segnato un valore di 16,9°C, ossia 0,6°C superiore alla media del secolo che risulta essere di 16,3°C.
Anche per le terre emerse, comunque, le temperature sono state ben superiori alle medie, con ondate di calore che dall’Australia hanno interessato l’Europa, parte del Medio Oriente, il nord-ovest dell’Africa e la parte meridionale del Sud America. Australia e Nuova Zelanda, in particolare, hanno registrato il più caldo agosto da quando registrano le temperature meteorologiche.
Quando si parla di surriscaldamento globale, il primo pensiero dei ricercatori va a quello che accade ai ghiacci del Polo Nord, che a fine agosto sono scesi ben sotto la media calcolata tra il 1979 e il 2000 che segna 6,8 milioni di km quadrati di estensione: la loro estensione è infatti pari al valore di 5,3 milioni di chilometri quadrati. Il record di diminuzione di estensione resta comunque quello del 2007, con 4,5 milioni di chilometri quadrati.
L’unica eccezione in questo mondo più caldo risulta l’estensione dei ghiacci del Polo Sud, dove in agosto sono risultati del 2,7% superiori al periodo 1979-2000, un incremento che segue il trend di questi ultimi decenni per quanto riguarda i ghiacci antartici.
Il riscaldamento generale potrebbe avere una duplice spiegazione secondo gli scienziati: da un lato vi è l’andamento generalizzato della crescita delle temperature in relazione all’incremento dell’effetto serra, dall’altro l’arrivo di un nuovo episodio de El Nino, fenomeno ciclico che si ripresenta ad intervalli che vanno da 2 a 7 anni e che rappresenta una situazione di per sé naturale di aumento della temperatura di una gran parte dell’Oceano Pacifico; questo aumento, potrebbe portare a delle ripercussioni su tutto il pianeta anche se in maniera inferiore rispetto a quello che successe negli anni Novanta.
