Riscuotevano le pensioni per i parenti, peccato però che i congiunti fossero nel frattempo morti. Adesso 32 persone rischiano di finire sotto processo per questa mega-truffa andata in scena a Roma.
Le indagini scattarono nel 2007 dopo una verifica fatta dagli investigatori del Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della Guardia di finanza. Da un esame incrociato tra una serie di campioni sui pagamenti pensionistici del 2006 e l’anagrafe romana, emerse che molti pensionati, pur essendo deceduti da anni, continuavano a percepire lo stesso l’assegno mensile, di circa 500 euro al mese.
Inizialmente furono 67 le persone indagate a Roma; dopo una serie di archiviazioni, si è arrivati ai 32 per i quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio.
Secondo gli inquirenti, gli accusati avevano omesso di comunicare all’Inps l’avvenuto decesso di parenti o di persone dalle quali erano state delegate al ritiro della pensione, e percepivano cosi’ i vitalizi utilizzando le richieste di addebito su conti correnti bancari, alcuni dei quali cointestati.
L’inchiesta fin dal suo inizio ha portato alla verifica di centinaia di posizioni pensionistiche in tutt’Italia; la procura capitolina ha successivamente inviato parte degli atti ad altri uffici giudiziari, trattenendo a Roma solo quelli di competenza territoriale.