Una rete di 86 società fittizie intestate a persone decedute e clochard attraverso le quali emettere fatturazioni false. Con questo sistema un gruppo criminale era riuscito a realizzare frodi fiscali e truffe per 50 milioni di euro: dopo tre anni di indagini condotte dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma per l’operazione definita “Dirty Papers”, sono tre le persone arrestate per associazione a delinquere e truffa e 64 quelle denunciate, di cui 6 per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e 58 per reati tributari.
Sono 300 invece le società coinvolte negli illeciti, prevalentemente tra Roma e Pomezia, località in provincia di Roma: in una di queste lavoravano in nero 200 persone e ciò ha determinato un mancato versamento dei contributi previdenziali di un milione di euro. La banda, che operava dal 2006, acquisiva società in dissesto e conferiva la carica di amministratore a “teste di legno”, pagate circa 500 euro al mese: prevalentemente extracomunitari, senza tetto e in due casi persone decedute.
