Marco Picano, 36 anni, residente in via Pisini, stava tornando a casa a bordo della sua Hyundai. Nell'auto anche la moglie, di 43 anni. Stavano percorrendo la Prenestina: ancora qualche chilometro e sarebbero arrivati all'altezza di largo Preneste, dove abitano. D'un tratto – racconteranno poi i testimoni – una Peugeot 206 che corre in direzione opposta inizia a sbandare, finisce nell'altra corsia e piomba addosso alla Hyundai a tutta velocità, riducendole il muso a un ammasso di ferraglia.
Altri testimoni racconteranno di aver visto, un paio di chilometri prima del luogo dell'incidente, la stessa Peugeot procedere, sempre a folle velocità, a zigzag. Nell'impatto Marco muore sul colpo, stritolato dietro il volante. La moglie subisce uno schiacciamento toracico.
Daniel Serban, di 35 anni, che ha causato l'incidente, non fa una piega. Apre lo sportello, zoppicando si avvia verso il bar dall'altra parte della strada: forse non si è accorto di cosa è accaduto, forse vuole scappare, forse è soltanto ubriaco, come dirà poi il barista del Bar L'appuntamento in cui Daniel si siede, all'aperto, per sorseggiare la sua birra.
Un gruppo di ragazzi però ha assistito all'incidente: lo raggiungono, lo spintonano, lo picchiano. Sta per andare a finire male, quando arrivano carabinieri, vigili urbani e 118. Lo infilano in un'ambulanza e quando, più tardi, lo tireranno fuori di lì per caricarlo sull'auto dei vigili urbani e portarlo in caserma, lo assaliranno di nuovo.
Proprio ieri si era concluso il processo al moldavo Ignatiuc Vasile che il 18 luglio 2008 travolse e uccise con il suo furgone in viale Regina Margherita uno studente. È stato condannato – proprio come Stefano Lucidi che nel maggio dello scorso anno aveva provocato la morte di due fidanzati allo stesso incrocio – per omicidio volontario e lesioni gravissime a 16 anni di carcere.