Rudy Giuliani pensa alla candidatura come Governatore dello Stato di New York. Alle primarie presidenziali uscì con le ossa rotte

Chi perde si rivede: a meno di un anno e mezzo dalla colossale batosta alle primarie repubblicane per le presidenziali Usa, l’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, sta pensando di candidarsi alla carica di Governatore dello Stato di New York.

Secondo il New York Times, infatti, l’uomo della “Tolleranza Zero” scioglierà le riserve su una sua possibile corsa tra un mese o due. Giusto il tempo di valutare le conseguenze, sul piano strettamente economico, di una nuova candidatura.

Giuliani, dopo la strategia “suicida” delle presidenziali, quando snobbò i piccoli stati concentrando la propria campagna elettorale quasi esclusivamente sulla Florida, e uscì con un modesto 15% che non gli assegnò nessun delegato, ha bisogno di valutare attentamente l’impatto della sua candidatura sulle sue attività.

In particolare l’ex sindaco dovrebbe rinunciare a una serie di conferenze piuttosto ben remunerate (qualche decina di migliaia di dollari a chiacchierata) e fare un passo indietro nelle sue due principali attività, la società legale texana Bracewell & Giuliani e la società di consulenze Giuliani Partners. Quest’ultima, poi, sul piano dell’immagine ha già sofferto abbastanza per le primarie disastrose del 2008 e una nuova sconfitta dell’ex sindaco potrebbe affossarla.

Ma Giuliani, che per ora rifiuta le interviste, sembra attratto dalla sfida di uno Stato che i più giudicano ingovernabile. Sul piano politico ha già fatto fare un passo indietro al presidente del partito Repubblicano nello Stato di New York, Joseph N. Mondello. Di sicuro, anche tra i repubblicani, gli scontenti per una possibile candidatura di  “Rudy” non mancano. L’unica alternativa certa in casa dei conservatori, Rick Latio, appare un candidato troppo debole.

I democratici, intanto, in caso di candidatura di Giuliani, spingerebbero per opporgli Andrew Cuomo, procuratore generale dello Stato di New York, un osso duro, forse troppo duro, per l’ex sindaco di ferro, che non riscuote sufficienti consensi neppure tra gli elettori del suo partito.

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Emiliano Condò