Una linea ferroviaria che colleghi la repubblica di Tuva, un’antica e remota regione nella Siberia meridionale a nord della Mongolia, con il resto della civiltà russa. Il progetto per la realizzazione della ferrovia c’è ma è stato bloccato degli sciamani della stessa Tuva i quali non vogliono collegamenti con le altre parti del Paese.
Quasi tre millenni di isolamento non si rompono infatti così facilmente ed inoltre i 300mila abitanti della regione sono figli di una cultura nomadica millenaria, sopravvissuti a un Novecento caratterizzato dalla possente presenza del regime sovietico.
Tuva è indipendente ma rimane una delle 21 repubbliche della Federazione Russa, anche se, differenza di molte altre zone, i tuvani hanno sempre tenuto al riparo dalle influenze esterne la loco civiltà : niente aeroporti e niente ferrovie.
A rendere ancora più difficile la realizzazione del progetto ferroviario, e ad incrementare il dissenso degli sciamani di Tuva, è il percorso che la linea ferroviaria dovrebbe seguire. I binari dovrebbero infatti passare dalle parti di Arzhaan, un’antica necropoli di inestimabile valore archeologico dove sono custodite le antiche tombe dei saggi di Tuva, una zona sacra per gli sciamani che vedono così minacciato il loro territorio e la loro spiritualità .
«All’inizio ci sarà sicuramente un beneficio economico dato dall’apertura di un nuovo mercato», ha dichiarato alla BBC Cash-ool Sergheevic, il ministro del lavoro di Tuva. «Ma per quanto riguarda l’aspetto sociale e culturale, questa ferrovia potrebbe colpirci negativamente».
«Il progetto di costruzione della ferrovia ha un’importanza vitale per lo sviluppo socio-economico di Tuva», sostiene l’archeologo Konstantin Chugunov, che con i suoi scavi ha scoperto la necropoli. «Anche se resta necessario che la stazione ferroviaria sia in armonia con il paesaggio circostante».
«L’importante è che non si sacrifichi l’eredità storica di questa nazione», dice un funzionario. «Questo luogo testimonia una delle più antiche civiltà e dobbiamo preservarlo per le future generazioni di tuvani».