‘Quelle della Lega sono parole d’ordine regressive, ma nonostante il coro di no che la proposta ha ricevuto, sono convinto che Lega e Berlusconi andranno avanti”. Guglielmo Epifani sulle gabbie salariali si prepara al peggio: “Vedo che la Lega non demorde, se andasse
avanti – dice il leader della Cgil in un’intervista alla Stampa – sarebbe un’iniziativa puramente ideologica e disgregante. Ci opporremmo con tutte le nostre forze”. Non escluso lo sciopero generale: “Con tutte le nostre forze, e con tutti gli strumenti”. In realtà, “di gabbie salariali in Italia, di fatto, ce ne sono già quattro, le disuguaglianze tra lavoratori del Nord e del Sud – sintetizza Epifani – ma anche le
differenze tra lavoro maschile e femminile, tra lavoratore italiano e immigrato, tra giovani e meno giovani: dunque, la Lega – accusa il segretario della Cgil – parte dall’assunto inesistente della parità di salario, muove da un luogo comune che è rovesciato rispetto alla realtà, e arriva a ipotizzare il contrario di quello che serve al Paese. In Italia -sottolinea Epifani – quel che ci vorrebbe non sono le gabbie salariali, ma il salario europeo. Non conoscere i dialetti, ma l’inglese, il tedesco, il cinese. Dobbiamo guardare avanti, non indietro”.
Epifani indica pertanto un’altra via, nella direzione di “alleggerire il carico fiscale sui lavoratori”: se si riesce ad affrontare le quattro differenze salariali, “se evitiamo la disgregazione, la riduzione del carico fiscale va bene” perché “la pressione sul lavoro dipendente è troppo forte, e bisogna intervenire”. E poi “se si vuole operare sugli svantaggi territoriali del Mezzogiorno – puntualizza il leader della Cgil – si può operare con la fiscalità di vantaggio, o con la fiscalizzazione parziale degli oneri contributivi”.
