SCIOPERI: VIA LIBERA ALLA RIFORMA SACCONI

Via libera del Consiglio dei Ministri alle linee guida per una riforma del diritto di sciopero, soprattutto nei servizi pubblici essenziali. «Non è ancora un ddl – afferma il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi – perché prima avvieremo il confronto con le organizzazioni sindacali e gli imprenditori». Queste le ipotesi allo studio: 1) referendum consultivo obbligatorio prima dello sciopero; 2) adesione individuale preventiva per sapere quanti servizi verranno toccati; 3) sanzioni affidate ai prefetti e non alla Commissione di garanzia, affinché siano «effettive»; 4) no al blocco di ferrovie, strade, aeroporti, no al danneggiamento irreversibile degli impianti. «Confido che i sindacati maggiormente rappresentativi e responsabili – dice Sacconi – non abbiamo problemi a discutere un provvedimento che vuole evitare i danni provocati dagli effetti annuncio».

EFFETTO ANNUNCIO – Sacconi chiarisce che lo sciopero potrà essere proclamato anche nel caso in cui venga indetto da una minoranza di lavoratori. «Chiediamo però di sapere preventivamente quale sarà l’adesione – dice Sacconi – perché vogliamo contrastare l’effetto annuncio. Oggi, ad esempio, sappiamo che i treni sono stati regolari. L’effetto annuncio ha però comunque causato disagi per i cittadini. Stessa cosa succede quando uno sciopero viene revocato all’ultimo momento».

CGIL – Insorge la Cgil. «Lo sciopero è un diritto incoercibile – afferma la segreteria nazionale dell’organizzazione sindacale – Dalle linee guida si confermano i tratti illiberali che avevamo già denunciato nei giorni scorsi e rendono, dunque, necessario contrastare norme che attaccano i diritti dei lavoratori e della loro rappresentanza e appaiono sbagliate nel metodo, nel merito e sotto il profilo costituzionale». Il complesso delle misure annunciate, dice la Cgil, «conferma il chiaro intento di introdurre ulteriori e immotivate restrizioni al diritto di sciopero e alla libertà sindacale in una situazione nella quale le regole attuali offrono già all’utenza una protezione che non ha eguali negli altri Paesi europei».

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