«Lo scudo fiscale sembra fatto apposta per favorire i contribuenti infedeli». Lo dichiara il senatore del Pd Giuliano Barbolini, capogruppo in commissione finanze .
«L’estensione della non punibilità penale per molti reati societari e contabili per effetto dello scudo, rende simile il provvedimento a un vero e proprio condono generalizzato. E questa ulteriore e pesantissima forzatura svela tutta la mistificazione delle pretese del governo di collocare lo scudo fiscale in salsa italiana nell’ambito di quella vasta azione intrapresa da diversi Stati nei confronti dei paradisi fiscali», spiega.
«Se si guarda cosa prevedono, punto per punto, gli scudi fiscali di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, la differenza è abissale. In nessuna di quelle situazioni è consentito l’anonimato e in più basta un riferimento quantitativo per capire: per sanare 100 euro di capitali evasi e detenuti all’estero, nel Regno Unito e negli Stati Uniti si pagano circa 50 euro, mentre in Italia se ne pagano 5. Se fossero stati regolarmente dichiarati, per quei 100 euro di redditi evasi si sarebbero dovute pagare imposte intorno ai 43 euro. Lo Stato – continua Barbolini – deve perseguire chi evade, non premiarlo. Invece, con l’approvazione del decreto correttivo all’anticrisi, il governo Berlusconi continua a mortificare i tanti, tantissimi contribuenti leali, lavoratori dipendenti, pensionati, professionisti autonomi, piccole e medie imprese. E, nel contempo, strizza l’occhio complice a chi si è prodotto in gravi e sanzionabili violazioni delle norme tributarie».
«In un primo momento -continua Barbolini – era venuto almeno il parziale conforto, anche in ossequio a provvidi suggerimenti del Presidente della Repubblica, della misura che escludeva dalla possibilità di accesso allo scudo le situazioni interessate da provvedimenti sanzionatori in corso alla data del 5 agosto 2009, così da non vanificare il tanto lavoro degli uffici delle Entrate e della Guardia di finanza, e di altri attori istituzionali impegnati nel contrasto all’evasione su scala internazionale e verso i cosiddetti paradisi fiscali. Ma il testo che ha oggi votato la maggioranza, da sola, ignora i moniti del Presidente della Repubblica e aggrava la situazione poichè oltre al danno aggiunge la beffa. Prima sono stati cancellati i principali provvedimenti antievasione come i conti correnti dedicati per le attività economiche e professionali, il divieto di pagamento in contanti, gli assegni non trasferibili. Poi sono state ridotte le sanzioni. Adesso c’è un condono a prezzi di saldo. E così – conclude Barbolini – la giostra dell’evasione riprende a girare sempre più veloce».
