L’anonimato è garantito e si evitano eventuali sanzioni del Fisco, ma non si potrà accedere allo scudo se è in corso un accertamento fiscale o se è già stata accertata la violazione di obblighi tributari o contributivi. Del provvedimento si è discusso per mesi ed ora finalmente l’operazione può partire; anche l’iter parlamentare estivo è stato travagliato, con il decreto correttivo di inizio agosto che ha dovuto introdurre ulteriori paletti e chiarimenti. E qualche nuova modifica potrebbe arrivare durante la conversione in legge del decreto legge correttivo.
I possibili beneficiari dello scudo fiscale sono le persone fisiche, gli enti commerciali e le associazioni equiparate fiscalmente con residenza in Italia nell’anno in cui presentano la domanda, la cosiddetta “dichiarazione riservata”: da questa operazione, sono escluse invece le società di capitali. Le attività che possono rientrare nell’operazione sono quelle finanziarie e patrimoniali (denaro, azioni, immobili, beni di lusso) portate o rilevate all’estero entro il 31 dicembre 2008 e non dichiarate al Fisco italiano: lo scudo può essere chiesto solo in caso di dichiarazione infedele o di omessa dichiarazione; questo passaggio, chiude le porte agli intermediari rispettando così le norme antiriciclaggio.
Ci si potrà mettere in regola attraverso il rimpatrio (con il trasferimento fisico in Italia) e la regolarizzazione (le attività restano all’estero): si può scegliere tra le due opzioni se le attività sono in Paesi dell’ Unione europea o in Norvegia, altrimenti c’è solo il rimpatrio. Per gli immobili in Stati fuori dalla Unione europea poi, è necessario vedere se è possibile intestarli a una società, le cui quote possono essere rimpatriate dal proprietario.
Per la regolarizzazione o il rimpatrio si dovrà pagare un’imposta del 5%. In particolare, sulle attività rimpatriate o regolarizzate si calcola un reddito forfettario del 2% all’anno per i cinque anni precedenti e questo rendimento viene poi tassato al 50%. Questa operazione permette di estinguere le sanzioni amministrative, tributarie e previdenziali.
Nella nuova edizione dello scudo non sono state fatte previsioni sulle entrate: con il decreto 78 era stata fatta solo la previsione di una cifra minima simbolica. Secondo le previsioni degli esperti tuttavia, la stima delle entrate per l’Erario potrebbe oscillare tra 3 e 4,5 miliardi di euro, per la gran parte concentrata in Lombardia, che potrebbe contribuire all’operazione per un 62%.