La preside entrava in ogni classe e col gessetto scriveva sulla lavagna molti nomi di alunni prevalentemente stranieri. Lo ha fatto nei tre istituti di sua competenza, nel centro di Genova, al Casaregis, all’Einaudi e al Galilei. E se non scriveva allora pronunciava il nome dei ragazzi. Si trattava di quei ragazzi che nell’anno avrebbero compiuto 18 anni e , quindi, se non dotati di permesso di soggiorno, in quanto stranieri, sarebbero stati passibili di espulsione.
L’iniziativa choc ha provocato un’ondata di lettere di molti professori delle stesse scuole al Provveditore. La preside ha spiegato il gesto, sostenendo che la scrittura sulla lavagna era un modo per non sbagliare la pronuncia dei nomi ed anche un invito a portare i documenti in segreteria.