Scuola, Gelmini: “Chi boicotta la legge smetta di insegnare. Tetto al 30% per gli stranieri nelle classi”

«Se un insegnan­te vuol far politica deve uscire dalla scuola e farsi eleggere. Quella è la se­de per le sue battaglie, non la catte­dra». Il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, intervistata dal Corriere della Sera, non rinuncia alla polemica contro gli insegnanti che contestano la sua riforma.

Nonostante i cortei, il ministro non si sente più sotto tiro dei suoi predecessori e ritiene che la maggior parte delle famiglie italiane approvi il suo operato: «Rispetto chi contesta ma sono con­vinta che si tratti di un numero molto limitato di persone. Almeno rispetto ai tanti genitori e studenti che non si vogliono più ac­contentare di una scuola mediocre. E che non vogliono sentir parlare solo di organici e di curriculum ma di scuo­la come luogo di educazione, di un servizio che dovrebbe stare a cuore a tutti».

La Gelmini è critica anche con l’opposizione, colpevole di aver causato il dissesto della scuola pubblica: «Sono responsabilità che vengono da lontano. Per anni, complici i sinda­cati, si è data la sensazione che ci fos­se spazio per tutti quelli che volevano fare gli insegnanti, per poi lasciarli in graduatoria anni ed anni. Sono state vendute illusioni che si sono trasfor­mate in cocenti disillusioni».

Il ministro, poi, ha anche le idee chiare sulla questione degli studenti immigrati. Stop, quindi, alle classi composte per oltre il 90% da stranieri perchè, mantenendo condizioni di questo tipo «rischiamo di creare delle clas­si ghetto. Dall’anno prossimo ci sarà un limite del 30 per cento. Volevamo introdurlo già quest’anno ma non c’erano i tempi tecnici per procede­re».

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Emiliano Condò