Non autunno caldo ma di responsabilità. Non un autunno caldo ma di responsabilità, ha auspicato Gelmini, assicurando ai sindacati che non ha intenzione di sottrarre spazio al dibattito con le parti sociali: «Nell’arco di pochi giorni – ha detto – presenteremo un piano programmatico ai sindacati. Mi auguro che non ci sia una levata di scudi e che per una volta ci sia buona politica e un buon sindacato. Non vorrei andare verso un autunno caldo ma di responsabilità. Chi si limita oggi a criticare il governo non sta dalla parte dei cittadini. Faccia proposte e non si limiti a difendere lo status quo o i posti di lavoro perché così facendo l’Italia va al collasso».
Nessuna riduzione delle ore di italiano e matematica. Il ministro ha poi assicurato che non verranno ridotte le ore di italiano e matematica: «Non ho intenzione – ha detto – di ridurre le ore di italiano e matematica. Voglio però sottolineare che la qualità della scuola non dipende dal numero di ore che si trascorrono in classe, ma dalla qualità della didattica. Non a caso – ha aggiunto – i paesi migliori nelle classifiche internazionali Ocse-Pisa sono quelli che hanno il minor numero di ore. Certamente comunque – ha concluso – su materie fondamentali come italiano e matematica non lesineremo le ore». Gelmini ha quindi assicurato che il tempo pieno non sarà toccato, anzi, verrà aumentato senza ulteriori spese.
Passare a un organico funzionale. Il ministro ha poi ribadito l’esigenza di passare a un organico funzionale: «In Italia c’è questa stranezza dell’organico di fatto e di quello di diritto, che tra l’altro complica ai provveditori il proprio lavoro all’inizio di ogni anno scolastico. Parlando con i sindacati ho riscontrato un certo consenso per passare invece all’organico funzionale e quindi passare dal finanziamento del costo storico a quello del costo standard per alunno».
Spesa per istruzione, Italia in linea. Gelmini ha quindi ricordato che l’Italia in Europa, nell’ambito Ocse, è in linea per quanto riguarda la spesa dell’istruzione in percentuale sul pil (3.5) ma sul fronte della spesa per studente va invece ben oltre la media europea.
Classi di concorso e ordinamenti. Il ministro ha inoltre sottolineato la necessità di rivedere le classi di concorso e anche gli ordinamenti. «La formazione professionale – ha detto – è importante ma forse si può ragionare sulla riduzione dei numeri di corsi professionale riqualificandoli e rendendoli più aderenti alle esigenze del mercato. Insomma si può contenere la spesa e migliorare la qualità».