I presidi del Lazio le avevano mandato migliaia di lettere per denunciare la carenza di fondi degli istituti scolastici. Lei, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, li ha liquidati così: «Chi non sa dirigere cambi mestiere».
I 300 presidi del Lazio aderenti all’Asal (Associazione scuole autonome del Lazio) hanno puntato il dito contro i tagli inferti dal Governo alla scuola pubblica. Niente soldi per i supplenti (fondi ridotti del 40%) né per le visite fiscali obbligatorie; da settembre non saranno più garantiti i servizi previsti per legge, come la copertura dell’ora alternativa alla religione.
La Gelmini, per tuuta risposta, ha invitato seccamente i presidi a fare il loro mestiere, evitando di fare politica e comunicazione, scaricando sul Ministero le responsabilità.
Concetti ed espressioni che non sono piaciuti ai membri dell’opposizione. Il capogruppo del Pd in Commissione Istruzione, Antonio Rusconi: «Oggi tocca ai presidi. Dal 1 settembre saranno i genitori a constatare le conseguenze dei tagli del duo Gelmini-Tremonti».
Per la collega del Pd Maria Coscia, il ministro «è uscita di senno».