Scuola/ Truffe di massa da parte di maestre che si inventano malattie per essere trasferite

Truffe di massa da parte di maestre elementari per ottenere il trasferimento a casa, o da Milano al Sud tramite certificati medici falsi, medici compiacenti che hanno diagnosticato malattie immaginarie, cartelle che parlano di scoliosi, ansia, depressione, diabete inesistenti. Lo denuncia il quotidiano Repubblica.

Patologie riscontrate dalle Asl di residenza e che scompaiono nei successivi controlli. Ma che, per legge, consentono il trasferimento immediato a casa. Spesso senza aver fatto nemmeno un giorno di lezione.

Per vedere chiaro sulla fabbrica dei certificati truccati, il provveditorato milanese ha inviato un dossier alle procure di Milano e di Reggio Calabria. Nelle denunce si ricostruiscono i casi di 27 maestre, invalide e guarite per miracolo, ma intanto trasferite.

Le insegnanti sono tutte originarie della provincia di Reggio Calabria: maestre che dal 2006 a oggi hanno chiesto (e ottenuto) di lasciare Milano perché affette da invalidità fantasma. Casi gravi di diabete mellito, almeno dieci, che di colpo si trasformano in “nessuna forma di handicap”. Dolori alla schiena “cronici e permanentemente invalidanti” che a ogni prova medica successiva alla prima scompaiono.

“Ma è solo la punta dell’iceberg – assicurano all’ufficio scolastico – il malcostume delle false invalidità per ottenere trasferimenti ha dimensioni preoccupanti“.

A consentire questi episodi sono alcune falle nella legge 104, quella che disciplina l’handicap, e nel contratto sulla mobilità degli insegnanti. Per ottenere un trasferimento è sufficiente presentare un certificato d’invalidità provvisorio, fatto da un medico della Asl di residenza.

Alla scuola che il docente lascia, per tutela della privacy, non viene indicata né la patologia né il grado di invalidità, che si presume quindi essere grave. E la maestra può fare le valigie. Entro 90 giorni, a trasferimento già avvenuto, la stessa Asl è tenuta a fare un secondo certificato di conferma, in cui invece si dichiara la percentuale di invalidità.

Il verdetto, nei casi arrivati alle procure, è sempre lo stesso: “Non handicap”, e a quel punto il trasferimento viene annullato.

Ma qui sorge il problema: fra la prima e la seconda visita, per l’inefficienza delle aziende sanitarie, passano anche tre anni. E intanto la maestra insegna al Sud, o non insegna proprio, lasciando scoperta la cattedra che le era stata assegnata per concorso. Un “buco” che nella sola Lombardia lascia ogni anno centinaia di cattedre vuote, da coprire con supplenze (costose).

Situazioni analoghe a quella milanese si trovano anche a Firenze, Venezia e Torino. Le province di provenienza delle maestre sono sempre le stesse: Reggio Calabria e Agrigento, ma ci sono segnalazioni di casi dal Casertano.

Pippo Frisone, responsabile vertenze della Flc-Cgil a Milano, dice: “La responsabilità, specie quella penale, è personale e non bisogna generalizzare. Certo, fa specie la concentrazione di documentazione provvisoria compiacente, rilasciata in attesa di quella collegiale definitiva”.

Quanto al fatto che i casi si concentrino al Sud, Frisone attacca: “Se in mezza Italia i tempi di attesa della certificazione Asl vanno oltre i novanta giorni previsti, si lascia il campo libero anche agli abusi”.

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lgermini