Confindustria calcola che siano 70 miliardi, la Corte dei Conti ne stima 33 solo nel settore Sanità . Confcooperative arriva alla cifra boom di 200 miliardi, il ministro Tremonti limita, si fa per dire, la somma a 30 miliardi. Sono i soldi che lo Stato, le Regioni, i Comuni, le Asl e l’Amministrazione pubblica in genere devono alle aziende e che invece non pagano.
La regola infatti è di pagare in ritardo: 135 giorni di media di attesa per essere pagati a fronte di una media europea di 68 giorni (Francia 71, Gran Bretagna 48, Germania 40). Il danno per le aziende è di 1,7 miliardi di maggiori oneri finanziari. La Regione Lazio paga a 400/500 giorni, la Campania a 420 giorni, anche in Emilia si toccano i 600 giorni.
La richiesta, sacrosanta ma impossibile, è che lo Stato paghi davvero in tempi civili. La subordinata è che lo Stato “certifichi” alle banche il suo debito, emetta cioè un pezzo di carta che sia per gli istituti di credito garanzia per poter rinnovare i fido alle imprese. Sono soldi veri, verissimi, anzi dovuti, addirittura indispensabili per arginare la recessione.
