FIRENZE – E' morto Dante Belardinelli, l' imprenditore del caffe' che era stato rapito da una banda di sardi il 30 maggio del 1989 a Settignano (Firenze), davanti alla sua casa. Stava rientrando dal lavoro. Belardinelli aveva 87 anni. Il decesso e' avvenuto ieri nel capoluogo toscano. L'imprenditore era da tempo malato. A dare la notizia della morte di Belardinelli e' il quotidiano La Nazione. 'Il re del caffe'', come venne definito durante i giorni del sequestro, rimase nelle mani dei banditi sardi fino al 3 agosto del 1989. Durante quelle settimane i rapitori gli tagliarono una parte di un orecchio per convincere i familiari a pagare il riscatto. La liberazione dell' imprenditore avvenne alcuni giorni dopo un blitz dei Nocs sul raccordo autostradale Fiano Romano-San Cesareo, in cui sarebbe dovuto avvenire la consegna del riscatto. Ma anziche' gli emissari della famiglia, i sequestratori trovarono i Nocs: ci fu un conflitto a fuoco in cui vennero esplosi 100 colpi in pochi secondi e in cui un militare rimase gravemente ferito, mentre morirono i banditi Bernardino Olzai e Giovanni Floris. Un terzo, Croce Simonetta, ferito, mori' qualche giorno dopo. Un quarto bandito, Diego Olzai, si salvo'. Era il 30 luglio. Il 3 agosto i Nocs lo liberarono: era segregato in un casolare di Manciano (Grosseto). Quella azione era stata decisa dal magistrato Piero Luigi Vigna. ''Basta pagare riscatti che alimentano altri crimini. Belardinelli? Non rischia piu' di prima. Anzi, se i rapitori non sono irresponsabili dovrebbero liberarlo'', disse. Per il rapimento del 'ragioniere' (era cassiere alla Bnl, prima di diventare venditore di caffe' per un amico che non riusciva a cedere una partita e poi fondatore della Jolly Caffe' nel 1953), vennero condannati Pietrino Mongile, Costantino Pintore, Diego Olzai.
