L’arresto, ha annunciato il presidente serbo Boris Tadic, è stato compiuto dalle forze di sicurezza di Belgrado. Karadzic, presidente della repubblica serba di Bosnia durante la guerra dei primi anni ’90, è uno degli uomini più ricercati insieme al comandante militare Ratko Mladic. Tadic ha fatto sapere che, appena catturato, Karadzic è stato portato di fronte ai giudici del Tribunale penale internazionale.
L’uomo che ordinò di sparare sui civili durante l’assedio di Sarajevo e che diede via libera al massacro di 8.000 perone nell’enclave di Srebrenica «è stato localizzato e arrestato questa notte» si legge in una nota della presidenza. «Karadzic è stato portato di fronte agli inquirenti del Corte per i crimini di guerra che ha sede a Belgrado, come previsto dalla convenzione di collaborazione con il Tpi».
Il procuratore capo, Serge Brammertz, ha salutato con gioia la cattura. «Sono stato informato dai colleghi di Belgrado» ha fatto sapere in una nota, «dell’operazione che ha portato all’arresto di Karadzic, A nome dell’ufficio del procuratore vorrei congratularmi con le autorità serbe e in particolare con il Consiglio di sicurezza nazionale per aver raggiunto questo importante risultato nella vollaboprazione con il Tpi».
Il giudice istruttore della corte per i crimini di guerra di Belgrado ha concluso questa mattina l’interrogatorio preliminare di Karadzic. L’interrogatorio è il primo passo per la sua estradizione al Tribunale penale internazionale dell’Aia per l’ex Jugoslavia. «L’interrogatorio è terminato», ha dichiarato il giudice istruttore Milan Dilparic, citato dall’agenzia di stampa Beta. Dilparic non ha fornito dettagli sull’interrogatorio, che ha definito «confidenziale».
Secondo l’avvocato dell’ex leader serbo-bosniaco, Svetozar Vujakic, Karadzic ha dichiarato di «essere stato arrestato venerdì su un autobus» a Belgrado e di essere stato «detenuto in una cella», bollando quindi tutta la situazione come una «farsa». Sempre secondo il legale, nel corso dell’interrogatorio si è avvalso del suo «diritto di non rispondere». Secondo il diritto serbo, concluso l’interrogatorio il magistrato ha tre giorni per decidere sull’estradizione all’Aia. Karadzic può quindi presentare ricorso contro tale decisione entro tre giorni e una giuria del tribunale per i crimini di guerra di Belgrado ha, a sua volta, tre giorni per pronunciarsi su tale richiesta. L’imputato non può contestare quest’ultima decisione e il ministero della Giustizia può quindi decidere di trasferirlo.