A Milwaukee nel Wisconsin, tra il 1978 ed il 1991 operò un serial killer di nome Jeffrey Dahmer. L’uomo seviziò e poi uccise ben 17 persone. Morì in carcere nel 1994. Ora nella città americana, torna la paura di trovarsi di fronte ad un nuovo mostro.
Una settimana fa gli investigatori che cercavano di trovare un movente per alcuni delitti rimasti irrisolti e compiuti tra il 1986 ed il 2007, hanno scoperto tramite traccie compatibili di Dna, che si tratta dello stesso serial killer. Le indagini sono state molto lente a detta di molte organizzazioni per i diritti civili dato che tra le vittime ci sono solo donne nere e ragazze con problemi di droga e prostituzione e che gli omicidi sono avvenuti in aree degradate della città.
Se fossero state bianche le persone uccise, aggiungono queste associazioni, si sarebbero affrontati questi casi in modo diverso. In realtà nel dossier è finito anche il caso di una sedicenne bianca trovata con la gola tagliata il 30 agosto 1995: è stato accertato – sempre grazie al Dna – che il killer ha avuto un rapporto sessuale con lei, però sarebbe stato un altro a ucciderla.
L’omicida operava in maniera semplice: individuate le vittime – tutte di età comprese tra i 16 e 41 anni, – si appartava e al momento giusto le strangolava.