Sicilia/ Valeria Giarrusso, giornalista licenziata dall’Azienda Siciliana Trasporti. La Colpa? Nella rassegna stampa troppe storie di mafia

Licenziata perché osava parlare di mafia. È il surreale destino di una giornalista, Valeria Giarrusso, che si occupava della rassegna stampa per conto dell’Azienda Siciliana Trasporti.

La colpa della Giarrusso è quella di aver fatto il suo lavoro, inserendo nella rassegna dell’Ast, tutte le notizie, anche quelle scomode. Un comportamento inaccettabile per il presidente dell’Ast, Dario Lo Bosco che, dopo il licenziamento ha anche avviato una procedura nei confronti della giornalista.

Motivo? Per il presidente la giornalista inseriva in rassegna notizie non pertinenti, danneggiando l’immagine dell’azienda: «Con enorme stupore ed amarezza mi accorgevo che, delle sole due notizie a cui veniva dato risalto, una riguardava fatti di politica e l’altra riportava avvenimenti di cronaca giudiziaria, ben lungi entrambe da ogni e qualsivoglia interesse specifico di Ast Spa».

Le due notizie incriminate riguardavano la richiesta di pena per mafia all’ex deputato regionale Giovanni Mercadante (poi condannato) e il commento di Salvatore Borsellino all’inchiesta sulla morte del fratello Paolo. Dopo, le notizie sull’Ast che, fino a pochi mesi fa, era stata al centro di polemiche per la nomina, avvenuta senza alcun passaggio in consiglio, alla guida della società controllata Ast Turismo, dell’avvocato Gaetana Maniscalchi, condannata con il patteggiamento a un anno e sei mesi per favoreggiamento alla mafia.

Insomma, per la società di trasporti, parlare di mafia è inopportuno e, Valeria Giarrusso, nonostante la solidarietà di Federstampa, Ordine e da associazioni regionali della stampa, si trova senza lavoro.

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Emiliano Condò