Gli Stati Uniti non sono ancora pronti per dei buoni rapporti con la Siria. È il giudizio riportato dal quotidiano israeliano Haaretz nel dare la notizia del rinnovo delle sanzioni alla Siria da parte della Casa Bianca. La decisione, ratificata dal Presidente Usa con una lettera al Congresso, giunge il giorno dopo i colloqui diplomatici nella capitale siriana fra Jeffrey Feltman, capo degli inviati del dipartimento di Stato per il MedioOriente, e i rappresentanti del governo siriano.
Secondo il quotidiano vicino ai laburisti, si rivela lungo e difficoltoso per Barack Obama il processo di “sdoganamento” dei Paesi mediorientali a lungo osteggiati dalla precedente amministrazione: l’embargo alla Siria, voluto da George W. Bush, riguarda la vendita di armamenti e il traffico aereo da Damasco agli Usa.
«La Siria continua a supportare il terrorismo, a cercare di ottenere armi di distruzione di massa e perseguire programmi missilistici, ma soprattutto boicotta gli sforzi americani e internazionali rispetto alla ricostruzione e stabilità interna dell’Iraq», ha affermato il presidente Obama nella lettera al Congresso Usa.
Secondo Haaretz, il diplomatico americano David Hale avrebbe detto al presidente libanese Michel Suleiman, durante i colloqui conclusi venerdì, che gli Stati Uniti non intendono mettere a repentaglio i buoni rapporti con il Libano per avvicinarsi a Damasco. Non a caso lo stesso quotidiano libanese an-Nahar ha riportato gli esiti del colloquio fra Hale e il presidente libanese, a margine della visita degli inviati a Damasco. «La Siria è stata un alleato molto potente del Libano per 30 anni, e malgrado abbia ritirato le sue truppe dal paese confinante nel 2005 ha ancora alleati influenti nell’opposizione», secondo Haaretz.
