BEIRUT, 19 MAR – Gli attivisti siriani che da piu' di un anno sfidano la repressione delle forze del presidente Bashar al Assad hanno accusato oggi il regime di usare i corpi senza vita di loro compagni arrestati e torturati a morte nelle recenti esplosioni di Damasco e Aleppo mostrandoli come ''brandelli delle vittime del terrorismo''.
I Comitati di coordinamento locali, la piattaforma che sin dalle prime settimane di proteste nel marzo 2011 ha riunito gli attivisti sul terreno, hanno affermato oggi in un comunicato che "la barbarie del regime è arrivata al punto di usare salme decomposte di detenuti politici, morti sotto tortura, nelle esplosioni di Kfar Suse (Damasco) e Aleppo, liberandosi così (delle prove) dei crimini commessi nelle prigioni e barattando la sacralità dei morti nel carosello mediatico".
Secondo i Comitati, le esplosioni che ieri e sabato hanno scosso rispettivamente Aleppo e Damasco e nelle quali secondo il bilancio ufficiale sono morte 29 persone, sono attentati artefatti dalle forze del regime stesso per "diffondere il terrore, liberarsi dei nemici politici e far sapere all'Onu che in Siria la violenza è fuori controllo e nessuno è al sicuro". Oggi a Damasco sono arrivati emissari di Kofi Annan, inviato speciale dell'Onu e della Lega Araba per la questione siriana.