La vicenda del finanziamento pubblico al film del terrorista Sergio Segio definisce in modo sublime la confusione di idee che c’è in Italia. Non è questione di destra o sinistra, in questo caso, perché tutto fa sembrare che l’infelice decisione sia maturata tutta nell’ambito della destra. Di destra, anche se di altra provenienza, il ministro; di destra l’assessore milanese.
Niente di male, certamente, che un film si occupi di terrorismo. È un pezzo della nostra storia, che finora non sembra sia stato ben indagato, se non dai carabinieri, ma solo limitatamente e rigorosamente nell’ambito del codice penale. Sulle origini, vicine e lontane, le complicità , il consenso diffuso, la confusione ideologica e il miscuglio di classe forse è ancora presto perché forse le risposte sarebbero dolorose e politicamente inopportune.
Ha però del protervo che a fare un film sia proprio un terrorista, di quelli che hanno ammesso di aver ammazzato gente che nessun delitto aveva commesso, nemmeno contro il proletariato di cui costoro, in genere classe media, si erano autonominati giustizieri, se non di essere collocati in un sistema sociale e civile che faceva andare avanti il paese.
Anche qui, tuttavia, siamo nella norma della democrazia. Ognuno può dire quello che vuole, garantito dalla costituzione repubblicana: con un limite, teorico e quasi mai fatto rispettare, che non si inciti il prossimo a commettere delitti. Ma una democrazia forte, come è la nostra, può anche permettersi questo, e se lo è permesso, e infatti ha superato la prova.
Quel che è invece inconcepibile e inaccettabile è che questo avvenga con i soldi dello Stato, quello stato che i terroristi, nei loro deliri, dichiaravano di volere abbattere.
Il fatto che Segio non sia pentito dei suoi crimini è stato considerato, poi, un’aggravante rispetto alla concessione del contributo. Ma questo, semmai, fa onore a Segio, che non rinnega il suo passato. Anche se aggrava la beffa perché, se non altro, molti suoi colleghi prima hanno dovuto dichiarare il pubblico pentimento (come si conviene a un paese che fino a poco fa aveva la religione cattolica come religione ufficiale) prima di uscire di galera e pontificare pubblicamente un po’ su tutto.
Se poi a concedere i finanziamenti sono personaggi di partiti di destra che avrebbero potuto benissimo costituire un obiettivo per i terroristi, allora c’è solo da rassegnarsi al peggio. Se si leggono sul giornale le spiegazioni ministeriali e, peggio ancora, dell’assessore milanese che ha dato il via libera finale, si resta impressionati dalla superficialità , dall’approssimazione.
Meno male, c’è da dire, che se ne sono accorti i parenti di alcune delle vittime di Segio e dei suoi amici, a loro volta caduti nel dimenticatoio di un paese senza memoria.
