di Ignazio
Lampedusa per gli immigrati è diventata l'isola degli sbarchi, ogni barcone attracca o viene fatto attraccare là, è l'isola italiana più vicina alla Libia e a tutti i porti di partenza dei clandestini. Probabilmente a loro l'Italia viene illustrata come una nazione ricca, accogliente, piena di campi dei miracoli dove si sotterrano un paio di euro e se ne raccolgono a migliaia, dove c'è giustizia, dove i poveri sono aiutati e i ricchi sono umani. Non è proprio così, dovrebbero essere invece informati che l'Italia è un paese di esibizionisti, di veline, di calciatori strapagati, di quiz televisivi milionari, zeppa di ministri e parlamentari, di precari, di disoccupati giovani e meno giovani, di sfruttatori e di morti sul lavoro, di adolescenti e giovani drogati e spacciatori, di evasori, di collezionisti di telefonini con le orecchie sempre occupate da auricolari che trasmettono musica a getto continuo etc. Mancano assistenza, lavoro, fiducia nel presente e nel futuro. Forse se queste e altre cose qualcuno le spiegasse agli immigrati ancora in mezzo al mare, forse questi saluterebbero Lampedusa da lontano e cambierebbero destinazione; sarebbe meglio per loro, ma soprattutto per Lampedusa e per noi.