Sri Lanka/ Dalle Tigri Tamil smentite sulla morte del leader: una tattica per scongiurare l’incertezza sul futuro?

A pochi giorni di distanza dal ritrovamento nel nord-est dello Sri Lanka del corpo senza vita di Velupillai Prabhakaran, il capo storico delle Tigri Tamil, è lo stesso gruppo di ribelli separatisti a mettere in dubbio che il proprio capo sia realmente morto.

Se per Selvarasa Pathmanathan, responsabile delle relazioni internazionali del gruppo, Prabhakaran ha finito i suoi giorni da “martire”, c’è invece chi, sempre dall’interno dell’organizzazione, smentisce la morte del leader, affermando che Prabhakaran «è al sicuro e pronto a riapparire sulla scena al momento giusto».

Lo scorso 19 maggio, al momento in cui si era diffusa la notizia che Prabhakaran, inseguito da giorni, era morto in un’imboscata delle forze governative, erano state le stesse televisioni dell’esercito a mostrare il corpo senza vita del leader e la sua carta d’identità.

L’ipotesi più probabile sembra dunque quella che alcuni dei ribelli Tamil, preoccupati per il futuro del movimento e per le sorti della guerra che da 25 anni insanguina il Paese, stiano mettendo in giro simili voci per far sì che il mito del gruppo rimanga in piedi.

Il futuro del movimento, dopo la morte dell’uomo che l’ha governato per trent’anni, appare infatti incerto: se una parte dei separatisti sostiene da tempo di voler intraprendere la strada della diplomazia, sono ancora numerosi i ribelli che non accettano di abdicare all’uso delle armi.

* Scuola Superiore di Giornalismo Luiss

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