In pochi minuti gli assassini hanno inferto complessivamente 76 colpi tra sprangate e coltellate contro Raffaella Castagna, la mamma Paola Galli e il figlioletto Yussuf, e poi contro Valeria Cherubini e il marito Mario Frigerio ridotto in fin di vita. Nel suo viaggio nell’orrore, Astori, spiega quindi come si è arrivati ad individuare nei coniugi Romano gli assassini: «ci si è resi conto che chi aveva compiuto quel massacro si era allontanato dalla cascina dopo essersi ripulito». Nel pomeriggio il pm passa poi all’esame delle testimonianze, delle confessioni ritrattate. Dapprima quella di Mario Frigerio che «Da subito fece il nome di Olindo Romano». Poi Astori passa ad analizzare il comportamento, le parole, i perchè delle confessioni poi ritrattate. «Quella è stata non una confessione, ma una rivendicazione con dovizia di particolari fatta da chi riteneva giusto quello che è stato fatto».
Non è plausibile invece la tesi difensiva secondo la quale la confessione fu in qualche modo estorta a Olindo con la minaccia di non più poter vedere Rosa e la ritrattazione che giunse in udienza preliminare, sette mesi dopo l’ultima conferma alle ammissioni di colpa «fu indotta da chi mi promise una campagna stampa innocentista». ’Giallò infine su alcune dichiarazioni di Carlo Castagna: «Non voglio il carcere a vita – dice in un’intervista televisiva – devono trovare il coraggio di percorrere un cammino di ravvedimento e di pentimento».
«Smentisco che il mio assistito abbia mai detto che non vuole l’ergastolo – sostiene invece l’avvocato Francesco Tagliabue che assiste come parte civile Carlo Castagna e i figli Pietro e Beppe – non ha mai pronunciato quelle parole che gli sono state attribuite questa mattina».