Suora a processo per maltrattamenti a Perugia insieme ad una collega laica. Le due maestre d’asilo chiudevano i bambini in stanze buie, davano scappellotti e offendevano i piccoli che non volevano mangiare.
Suora a processo a Perugia, i piccoli “confinati” per punizione piangevano
I picoli “confinati” per punizione nei bagni o in stanze al buio piangevano dallo sconforto. A volte venivano imboccati forzatamentefino ad avere conati di vomito. Altre volte venivano presi a scappellotti davanti al rifiuto del cibo e offesi.
La procura di Perugia ha ricostruito l’accaduto in una scuola in un comune umbro dell’Altotevere. In sede di udienza preliminare, la suora e la maestra sono state rinviate a giudizio. I loro avvocati avevano sollecitato senza successo il non luogo a procedere.
Reati contestati abuso mezzi correzione, maltrattamenti e vessazioni
I reati contestati, come scrive La Nazione vanno dall’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina ai maltrattamenti e le vessazioni nei confronti dei bambini. Otto in tutto le giovani vittime: quanto accaduto sarebbe andato avanti fino a marzo 2020. Con la prima ondata di pandemia la scuola era stata chiusa e le educatrici di 75 anni e 57 avrebbero smesso le loro pratiche.
Durante l’isolamento, i bimbi venivano lasciati in piedi per lungo tempo. Veniva esercitata pressione sulle mani dei piccoli con le forchette fino a lasciare i segni sulla loro pelle. Ai bimbi venivano tirate le orecchie e i capelli. Venivano tirate le orecchie e i capelli, dati scappellotti per redarguirli quando si opponevano al cibo a loro sgradito o per aver fatto cadere i bicchieri.
Le espressioni offensive rivolte ai piccoli
E poi le espressioni offensive. “Ma quanto sei tonto, vergognati che l’anno prossimo vai a scuola”. La frase è stata rivolta ad un piccolo alunno che aveva sbagliato a colorare un disegno. Ad una bmabina disabile è stato detto “quell’handicappata”: la piccola è stata costretta ad allacciarsi le scarpe da sé.
A denunciare le maestre è stata una mamma con un esposto. A confermare la versione dei fatti le parole rilasciate anche da una dipendente della scuola materna.