Taglio ai privilegi per gli ex parlamentari. Palazzo Madama – in un quadro di provvedimenti di riduzione delle spese – rivede la normativa sulle spese di viaggio degli ex senatori. Dal 1° gennaio 2010 sarà completamente abolito il rimborso per i pedaggi autostradali e introdotto un plafond annuale unico per i viaggi ferroviari e aerei. I benefit saranno validi fino a due legislature successive a quella di cessazione del mandato e non illimitati come adesso. Il numero dei beneficiari scenderà così dagli attuali 1058 a 291. Questo dovrebbe dimezzare i costi -prevede il collegio dei Questori del Senato – con un risparmio annuo di 1.068.000 euro. Per quanto riguarda i collaboratori dei senatori, dal 1° luglio entreranno a Palazzo Madama solo quelli contrattualizzati.
E anche a Londra dovranno tirare la cinghia. Il primo ministro Gordon Brown, dopo una serie di imbarazzanti rivelazioni sulle spese dei politici, ha proposto di rivedere il sistema delle note-spese «Per ridare alla gente la fiducia nel fatto che i parlamentari sono lì per servire la cosa pubblica e non sé stessi». La proposta di Brown è di tagliare l’indennità per la seconda casa per chi risiede fuori Londra (un complesso di spese da 30 mila euro l’anno per ogni deputato). Poi anche di far assumere i portaborse direttamente dalla Camera dei Comuni, e non dai singoli membri, al fine di evitare di mettere sul libro paga parenti e amici, pratica purtroppo diffusa. Ai parlamentari sarà anche richiesto di conservare le ricevute delle loro spese. A Luglio saranno pubblicate le note-spese di tutti i membri della Camera a partire dal 2004.
La questione è controversa. Perché se da un lato questi provvedimenti vanno incontro ai sentimenti anti-casta dell’elettorato, dall’altra rischiano di rendere la classe politica più esposta al germe della corruzione. «Più di quanto non lo sia già?», si chiederanno i malpensanti.