Taser in Brasile, polemica dopo due morti con la pistola elettrica

SAN PAOLO, 26 MAR – Un uomo di 33 anni e' morto ieri dopo essere stato immobilizzato da agenti di polizia con una pistola elettrica in Brasile, nella localita' balneare di Florianopolis. Il nuovo episodio, dopo la morte analoga di un turista brasiliano di 21 anni in Australia una settimana fa, ha scatenato nei due Paesi un'onda di indignazione che potrebbe portare alla proibizione dell'uso del 'taser', considerato finora sicuro.

Il giovane morto ieri, del quale non sono state fornite le generalita', ha avuto un infarto dopo che due agenti di polizia lo hanno immobilizzato con due scariche di taser. Secondo un portavoce della polizia, l'uomo era fuori di se' e possibilmente drogato, e stava distruggendo l'appartamento della ex moglie, che ha chiesto aiuto al telefono. Il 19 marzo scorso, tre poliziotti di Sidney bloccarono lo studente in vacanza Roberto Laudisio Curti, accusato di un piccolo furto, facendolo svenire a colpi di taser quando era gia' ammanettato. Trasportato in ospedale, Curti e' poi deceduto.

Le autorita' australiane hanno subito sospeso l'uso dell'arma elettrica nel Paese, in attesa di verificare nuovamente quanto e' di fatto letale, e il governo federale ha nominato una commissione indipendente per seguire l'inchiesta. Due interrogazioni parlamentari di membri del partito verde australiano ne hanno chiesto l'abolizione definitiva, mentre numerosi cardiologi e psichiatri hanno esposto sulla stampa i pericoli per l'uso indiscriminato della pistola elettrica su soggetti a rischio.

In Brasile, la morte dello studente aveva gia' provocato un'ondata di indignazione, aggravata oggi dalla nuova morte, di nuovo di un giovane senza disturbi cardiaci precedenti. Il governo dello stato di Santa Catarina, dove e' avvenuta la morte, ha aperto un'inchiesta e ha sospeso l'uso dell'arma. Alcuni deputati hanno gia' annunciato per i prossimi giorni interrogazioni parlamentari, e sembra scontato che, almeno in Brasile, la pistola elettrica abbia i giorni contati. Resta da vedere se, con i risultati delle investigazioni in Australia, altri Paesi passeranno a riconsiderarne l'adozione da parte delle forze dell'ordine.

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