Tutti pensavano che la celebre legge di Moore (Gordon Moore, co-fondatore di Intel), per cui la capienza dei semiconduttori sarebbe raddoppiata all’incirca ogni due anni, sarebbe durata per sempre. Ma non è stato così. A smentirla è stata la SanDisk di Eli Harari, a quanto riferisce il New York Times.
Quando la SanDisk fu fondata da Harari nel 1990 a Milpitas, California, la prima generazione di flash memory che produsse conteneva in ogni chip 4 milioni di bits. Oggi, la sua chip piu’ potente contiene 64 miliardi di bits, il che significa la capienza delle flash chip e’ raddoppiata 14 volte in 19 anni e quindi ad un ritmo molto più veloce da quello previsto da Moore.
Ma le cose non potranno continuare ad andare così ancora per molto tempo. ”Tra cinque anni ci troveremo davanti a un muro”, ha detto Harari, ”perche’ stiamo esaurendo gli elettroni”. Quando l’attivita’ di SanDisk, oggi una multinazionale, è cominciata, ha spiegato Harari, ”avevamo un milione di elettroni per cellula, mentre oggi siamo scesi a qualche centinaio. E’ quindi logico che prima o poi dovremo fermarci”.
Nuove ricerche tecnologiche stanno cercando il sistema per aggirare l’ostacolo, e sarà forse possibile raddoppiare la capienza delle chip altre due volte. ”Ma una volta passati dagli attuali 64 miliardi di bit per ogni chip ai futuribili 256 miliardi di bit (32 gigabyte) ci troveremo davanti a quel muro”, afferma Harari.
E allora? ”Quando a Manhattan esaurì lo spazio per costruire altri edifici, nacquero i grattacieli”, risponde Harari. La spiegazione è che finora i semiconduttori sono tutti basati sulle particolari proprietà di un circuito impresso su un frammento piatto di silicone. Ma quattro anni fa la SanDisk comprò Matrix Semiconductor, un’azienda che stava cercando di trovare il sistema per sovrappore uno sull’altro strati multipli di cellule di memoria.
”Finora”, dice Harari, ”la Matrix Semiconductor è riuscita a produrre chip con quattro o otto strati, e questa è la buona notizia. La cattiva notizia è che su quelle chip si possono inserire dati una volta sola, il che va bene per distributing software o videogiochi, ma non per le macchine fotografiche, che utilizzano memoria su cui si possono inserire dati, cancellarli, e inserirne nuovi”.
I tecnici della Matrix continuano a fare buoni progressi, dice Harari, ma non crede, come altri, che la legge di Moore sarà valida in eterno.
