Il sogno americano scricchiola. “American Idol”, l’”X-Factor” versione Usa seguito da 30 milioni di statunitensi, potrebbe essere stato truccato. Ha perso il cantante considerato migliore dalla giuria e apertamente gay. Ha vinto il concorrente cristiano dall’aria rispettabile. Il sospetto di televoti pilotati dallo sponsor del programma macchia il simbolo della democrazia a stelle e strisce.
«AT&T May Have Swayed ‘Idol’ Results» («AT&T potrebbe aver influenzato i risultati di “Idol”»). Così titola il “New York Times” l’articolo che ha dato il via alla polemica e che è stato ripreso anche da “Il Sole 24 Ore”. Il quotidiano di Manhattan riferisce di una festa organizzata in Arkansas dal non ancora vincitore Kris Allen. Tra gli invitati, anche alcuni rappresentanti dell’AT&T, sponsor ufficiale dello show, che avrebbero distribuito cellulari gratis e dato istruzioni ai presenti su come impallare il sistema di televoto, favorendo il festeggiato.
Kris Allen ha vinto “American Idol” e probabilmente il party incriminato e finito sui giornali non gli impedirà di vendere milioni di copie e diventare una star. È piuttosto probabile, inoltre, che gli sms eventualmente inviati per intasare le linee non abbiano influenzato il risultato finale, dato che hanno votato circa 24 milioni di persone.
Tuttavia, quello che lo stesso “New York Times” ha descritto come un programma epocale, «una macchina da soldi nel bel mezzo di una crisi mondiale, capace di resistere e vincere contro l’avanzare di internet e tv via cavo», è stato colpito proprio nei valori su cui ha puntato tutto.
*Scuola Giornalismo Luiss