Quasi dodicimila vittime. Ed è ancora un bilancio parziale perché i soccorritori stanno lentamente arrivando all’epicentro del sisma, nella regione dello Sichuan, una zona montuosa a ridosso delle montagne del Tibet. Basti pensare che nella sola zona di Mianzhu mancano all’appello diecimila persone: secondo l’agenzia di stampa Xinhua sono tuttora sepolte sotto alle macerie degli edifici crollati nell’area che si trova a pochi chilometri da Wenchuan, dove è stato localizzato l’epicentro del sisma. L’agenzia continua ad aggiornare il drammatico bilancio e informa che oltre 18mila sono sepolte sotto le macerie di Mianyang, altra città vicina all’epicentro.
Se questi dati saranno confermati sarebbero quasi quarantamila le vittime del terremoto. Un disastro di proporzioni bibliche che rischia di non essere percepito nella massa dei grandi numeri che a fatica stanno arrivando in occidente.
I dati ufficiali dati dalle autorità – il ministero per gli affari civili di Pechino – dicono che le vittime accertate fino a questo momento sono 11.921 in otto regioni. Notizie di scuole, ospedali, fabbriche che sono crollati seppellendo migliaia di persone sotto le macerie arrivano da varie parti della Cina. Almeno due grossi impianti chimici nella zona di Shifang sono andati distrutti, seppellendo centinaia di operai e lasciando uscire un liquido inquinante che ha costretto a evacuare migliaia di persone.
Nella città di Mianyang, nella contea di Beichuan, a 160 km dall’epicentro nella contea di Wenchuan, le autorità riferiscono di 3.629 morti accertati e 18.645 sepolti sotto le macerie. Nella stessa città la scuola media, composta da tre edifici, è stata gravemente danneggiata dal terremoto. Nel primo edificio, raso praticamente al suolo, al momento della scossa si trovavano circa 1000 tra studenti e insegnanti, rimasti letteralmente sepolti dalle macerie e dallo smottamento di grandi zolle della montagna vicina.
Nella zona di Mianzhu, una trentina di chilometri dall’epicentro, si contano diecimila feriti e sono oltre diecimila coloro che mancano tuttora all’appello. Nella stessa contea, a Hanwang, uno stabilimento dove si fabbricavano turbine a vapore è crollato travolgendo i seimila operai al lavoro. Nella città di Mianzhu sono almeno duemila i morti accertati e circa 4.800 le persone sepolte sotto le macerie.
Nuova scossa di assestamento. Ha raggiunto un’intensità massima di 6,1 gradi sulla scala aperta Richter la nuova, violenta scossa di assestamento che nel pomeriggio ora locale (8.10 in Italia) ha investito Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan devastata ieri dal catastrofico terremoto di magnitudo 7,9. Panico nelle strade e nei pochi edifici rimasti in piedi, da cui la gente è fuggita in massa. La disastrata provincia è già stata investita da innumerevoli scosse successive a quella principale, per lo più di 6 gradi circa, con pesantissime ripercussioni sulle operazioni di soccorso.
Per tutti questi motivi – orario, enormi distanze, difficoltà nel raggiungere l’epicentro, condizioni meteo avverse – la macchina dei soccorsi fatica a girare a pieno regime. Mille e trecento tra militari e soccorritori sono riusciti a raggiungere la zona dell’epicentro (Wenchuan) solo in serata (questa mattina in Italia). Circa 50mila uomini dell’esercito di liberazione popolare, affiancati da agenti della polizia armata del popolo e da volontari, sono impegnati nei soccorsi. Gli elicotteri dell’esercito non hanno ancora potuto raggiungere alcune delle località isolate a causa del cattivo tempo e della scarsa visibilità che, secondo le previsioni, continueranno nelle prossime ore. Le strade, in immagini diffuse dalla televisione di Stato, la Cctv, appaiono completamente distrutte e ostruite da enormi massi franati dalla montagna.
Le comunicazioni sono difficili. Raggiunto con un telefono satellitare, un alto funzionario di Wenchuan ha detto che c’è bisogno urgente di "tende, cibo e medicine". Il premier Wen Jiabao, che da ieri dirige le operazioni di soccorso da Chengdu, nel Sichuan, ha affermato che Wenchuan – che si trova a oltre tremila metri di altezza – deve essere raggiunta "al più presto possibile". "Non si può perdere un minuto – ha aggiunto – un minuto può voler dire la vita di un bambino".
Tra le vittime non risultano stranieri ma 15 turisti britannici sono dispersi nei pressi della riserva naturale di Wolong, la sede del celebre Centro di protezione e ricerca sui panda giganti, un’attrazione che richiama visitatori da tutto il mondo. Altri tre turisti stranieri, due americani di origine cinese e un thailandese, risultano dispersi secondo l’ufficio del turismo della città di Shenzhen. Erano turisti anche i 37 cinesi che erano sul pullman rimasto schiacciato sotto una frana nella contea di Maoxian. Più in generale, nella prefettura di Aba rimangono bloccati circa duemila turisti di cui non si hanno contatti da 24 ore.
Il percorso in territorio cinese della fiaccola olimpica sarà ridotto in seguito al devastante terremoto che ha colpito la regione del Sichuan. Ad annunciarlo è un portavoce della Bocog, la commissione che organizza i Giochi di Pechino 2008.