Terremoto/ In cinquecento protestano all’Aquila contro il decreto predisposto dal governo

Cinquecento persone si sono radunate alla villa comunale dell’Aquila  per chiedere la modifica del decreto sul terremoto predisposto dal governo, a quanto riferisce il quotidiano Il Centro.

La manifestazione “Per la ricostruzione dell’Aquila” è stata promossa dalla Conferenza permanente, dalla Provincia e dai sindaci de comuni aquilani colpiti dal sisma. Al grido di “Ridateci il centro storico” i manifestanti chiedono che i cittadini tornino il prima possibile nello loro case. Chiedono inoltre che siano rese disponibili risorse per le aziende delle zone terremotate, che ci siano garanzie sul pagamento delle zone espropriate e che si arrivi il prima possibile al riconoscimento della zona franca.

Alla manifestazione hanno partecipato il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, il presidente della Provincia Stefania Pezzopane e larga parte dei 49 sindaci del cratere del terremoto. Sono mancati  però due sindaci che guidano amministrazioni comunali di centrodestra. Sono Nicola Menna di Poggio Licenze e Pierluigi Biondi di Villa Sant’Angelo.

Presenti invece i parlamentari e consiglieri regionali del centrosinistra. Tra questi il parlamentare del Pd Giovanni Lolli e il capogruppo dell’Idv in Consiglio regionale, Carlo Costantini. Era assente anche il presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi.

“Quello de L’Aquila non è un terremoto di serie C. I danni provocati dal sisma hanno superato i 10 miliardi di euro. Non vogliamo altro, né un centesimo di più né un centesimo di meno”. Lo ha affermato Cialente, durante l’intervento alla manifestazione. “Abbiamo una grande voglia di ritornare nelle case, nei nostri posti di lavoro, tutti insieme vogliamo cambiare il decreto per vedere coperte le nostre esigenze”, ha sottolineato la Pezzopane.

“Ridateci il centro storico”. È stato questo lo slogan  e la scritta più ricorrente nei numerosi cartelli esposti sotto il palco degli oratori presenti alla manifestazione. Tra gli altri striscioni si legge: “Ridateci i centri storici dell’Aquila e delle sue frazioni”; “L’Aquila è ferita ma non morta”. “Prima dimenticati, adesso isolati, Camarda rivuole la sua strada, riaprite la Sp 17 bis”.

“Il rimborso pieno ed integrale per tutte le abitazioni, comprese le case dei proprietari non residenti e le altre case per la vera e completa ricostruzione dei comuni colpiti”. E’ questa la principale richiesta che avanzano i “manifestanti per la ricostruzione”.

Inoltre viene chiesta “una norma specifica, con le necessarie risorse finanziarie, per ricostruire l’immenso patrimonio edilizio dei beni culturali pubblici e privati dei nostri centri storici” ma anche che “sia assicurato il riconoscimento della Zona Franca Urbana. Servono inoltre risorse aggiuntive per risarcire gli imprenditori che hanno le aziende distrutte o danneggiate”.

I manifestanti “per la ricostruzione” chiedono inoltre “risorse agli Enti Locali e alle aziende pubbliche per i mancati introiti “. Infine vengono chieste anche garanzie “per gli espropri in corso nelle aree dove edificare abitazioni transitorie o definitive”.

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