I manifestanti abruzzesi che protestano contro il decreto Abruzzo del Governo si sono seduti sull’asfalto infuocato di via del Corso per bloccare il traffico in segno di protesta cantando slogan tipo «Gli sfollati vi aspettano al G8» e «l’Aquila l’Aquila». Oltre a protestare, i terremotati hanno voluto ricordare con un minuto di silenzio le vittime del sisma del 6 aprile: tutto ciò ha ovviamente provocato notevoli problemi di traffico in tutta la zona.
Il corteo si è avvicinato molto lentamente a piazza Venezia dove sono parcheggiati i pullman che li riporteranno all’Aquila e nelle altre città abruzzesi. La contestazione e la decisione di bloccare il traffico è stata presa dopo che gli era stato impedito di raggiungere il Quirinale.
Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ha dichiarato che «Gianfranco Fini ha confermato l’attenzione già evidenziata e la partecipazione al nostro problema». Il sindaco dell’Aquila, insieme alla presidente della provincia Stefania Pezzopane e una delegazione di amministratori locali abruzzesi, ha incontro a Montecitorio il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Cialente in primo luogo ha voluto ringraziare la terza carica dello Stato per il lavoro di «moral suasion» grazie al quale è stato assicurato il dibattito in Aula sul provvedimento riguardante i fondi per il terremoto. Il sindaco però esprime rammarico per il fatto che dal decreto è stato cancellato «l’emendamento simbolo».
«È la prima volta – afferma – che viene fatta una distinzione tra case di residenti e di non residenti in un caso di calamità naturale. Sarà difficile farlo capire ai cittadini, quando il 29 maggio il presidente del Consiglio ci aveva dato tutte le assicurazioni in senso contrario».
Cialente chiede al governo un cambio di passo: «Se non si cambia strategia – sostiene – la ricostruzione della città non ci sarà, ci saranno solo le 15mila casette. E questo significa la morte dell’Aquila, che sarebbe una sconfitta per il paese. Purtroppo – aggiunge – le “casette” non saranno pronte per settembre. Forse un primo nucleo sarà consegnato a ottobre, ma non saranno pronte prima di dicembre».
«Il governo e la maggioranza parlamentare hanno davvero tradito tutte le aspettative del nostro territorio» ha affermato invece il Presidente della provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane. «Mentre una delegazione era ricevuta dal Presidente della Camera Gianfranco Fini, che ci forniva assicurazioni sullo svolgimento di una discussione trasparente in Aula- prosegue Pezzopane- , senza il ricorso al voto di fiducia sul decreto, abbiamo appreso in diretta della pesante bocciatura degli emendamenti che avrebbero consentito di tradurre in legge quanto ci era stato promesso dal presidente del Consiglio Berlusconi. Gli emendamenti bocciati per una piccola manciata di voti – secondo Pezzopane – avrebbero consentito la ricostruzione delle case per i non residenti. È la prima volta che in un decreto per la ricostruzione post terremoto si assume come principio la distinzione tra diritti dei residenti e non. Un vero schiaffo al territorio, un’offesa insanabile per tutti gli aquilani. Una doccia fredda per chi oggi ha manifestato con coraggio, passione e perseveranza per difendere le prerogative del nostro territorio».