Un voluminoso dossier di documenti raccolti dagli avvocati dei famigliari delle vittime dell’attacco alle Torri Gemelle l’11 settembre del 2001 fornisce nuove prove dell’appoggio finanziario fornito da membri della famiglia reale saudita ad Al Qaeda ed altre organizzazioni terroristiche. Ma queste prove probabilmente non potranno mai essere esibite in un’aula di tribunale a causa di ostacoli legali e diplomatici, a quanto rivela il New York Times.
Il caso ha posto l’amministrazione di Barack Obama nel bel mezzo di una disputa politica e legale, dove il ministero della Giustizia ha preso le difese dei sauditi in tribunale cercando di ottenere la fine di ogni inziativa legale contro di loro. L’intrigo si è complicato quando non si sa chi ha fatto pervenire copie del dossier agli avvocati. Il ministero della Giustizia ha subito provveduto a far distruggere quelle copie, e sta cercando ora di evitare che qualsiasi giudice possa esaminare gli originali.
Accuse non verificate secondo cui vi sarebbero legami tra sauditi e terrorismo, sempre vigorosamente smentite dai loro legali a Washington, non sono cosa nuova. Ma le migliaia di pagine inedite contenute nel dossier, scrive il Nyt, consentono un insolitamente dettagliato esame delle prove addotte nei confronti dei sauditi. I critici della riluttanza del ministero della Giustizia nel considerare con maggior attenzione le prove lo accusano di volerle insebbiare, ed accusano i sauditi di aver finanziato gruppi terroristici per tenerli lontani dal loro Paese.
Documenti ottenuti dagli avvocati delle famiglie delle vittime dall’Internal Treasury Department in base al Freedom of Information Act, indicano che una nota associazione caritatevole saudita, la International Islamic Relief Organization, largamente finanziata dalla famiglia reale, ”ha sostenuto finanziariamente gruppi terroristici” almeno fino a tutto il 2006.
Un membro di Al Qaeda in Bosnia ha dichiarato in una intervista con gli avvocati che un’altra società di beneficenza, la Saudi High Commission for Aid to Bosnia, ha fornito denaro e materiale all’organizzazione di Osama Bin Laden per tutti gli anni novanta. C’è poi, scrive il Nyt, un rapporto confidenziale dei servizi tedeschi secondo cui decine di milioni di dollari sono stati erogati dal principe Salman bin Abdul Aziz ad un’altra società di beneficenza saudita sospettata di finanziare i ribelli in Pakistan e Bosnia.
Ma pur ammettendo che i famigliari delle vittime riescano a far accettare in tribunale il dossier, i documenti in esso contenuti potrebbero essere facilmente contestati dai legali americani dei sauditi, o dallo stesso ministero della Giustizia, con l’argomentazione che contengono solo prove circostanziali e che comunque i sauditi citati nell’azione legale sono coperti dall’immunità sovrana.
Lo stesso presidente Obama è comparso nell’intrigo. Kristen Breitweiser, uo degli avvocati delle famiglie delle vittime, il cui marito è morto nell’attentato alle Torri Gemelle, ha dichiarato che durante un incontro tra Obama e alcuni famigliari lo scorso febbraio, il presidente le disse che era favorevole a rendere pubblico il dossier. Ma da allora dalla Casa Bianca non ha avuto più notizie.