Emanuela Orlandi รจ morta: questo il punto fermo della testimonianza della donna ascoltata 15 giorni fa dai pm della Procura di Roma Italo Ormanni, Andrea De Gasperis e Simona Maisto. Secondo la testimonianza della donna il cadavere della ragazza sparita 25 anni fa a Roma, fu portato da Enrico Pedis detto ‘Renatino’, boss della Banda della Magliana, in auto chiuso in un sacco a Torvaianica, localitร sul litorale vicino Roma. In quell’auto si trovava la stessa testimone, all’epoca amante di De Pedis, e un’altra persona.
Oltre al cadavere di Emanuela Orlandi, secondo il racconto della teste fatto ai magistrati romani, chiuso in un altro sacco fu trasportato nell’auto da Renatino De Pedis anche il corpo di Domenico Nicitra, il bimbo di 11 anni, figlio di Salvatore, imputato al processo alla banda della Magliana, che scomparve a Roma assieme allo zio Francesco nel giugno del 1993. Tutta la testimonianza รจ ora al vaglio degli inquirenti, in particolare le date fornite dalla donna che apparirebbero non coerenti nello spiegare la successione degli eventi: soprattutto appare incompatibile un ruolo di De Pedisย nella vicenda Nicitra, perchรฉ il boss morรฌ nel ’90.
Secondo quanto ha riferito la testimone ai pm romani Emanuela Orlandi venne rapita e prima di essere uccisa fu tenuta prigioniera in un appartamento del centro di Roma. La teste, il cui racconto e’ al vaglio degli inquirenti, avrebbe partecipato a numerosi spostamenti della giovane prelevandola dalla sua prigione. In un caso, avrebbe riferito di averla accompagnata nella zona del Gianicolo ad un incontro con un uomo, da lei indicato presumibilmente come ”un sacerdote”.
La donna avrebbe spiegato anche che una volta arrivati a Torvajanica con i cadaveri di Emanuela Orlandi e Domenico Nicitra chiusi in un due sacchi, Renatino De Pedis e un’altra persona li fecero sparire gettandoli in una betoniera in un cantiere. Secondo quanto si apprende la teste non e’ iscritta al momento nel registro degli indagati della Procura di Roma ne’ risulterebbero altre persone indagate. L’ipotesi di reato per cui procedono gli inquirenti e’ ancora quella di sequestro di persona.
