Tifoso Brescia scrive a Maroni: “Picchiato a sangue da poliziotti”

Un'immagine dei tifosi del Brescia

Un tifoso del Brescia accusa di essere stato aggredito e picchiato da poliziotti. Il tifoso non è uno qualsiasi ma Paolo Scaroni, noto alle cronache sportive e al mondo delle curve per essere finito in coma in seguito a quell’episodio. Ora Scaroni ha scritto una lettera al ministro dell’Interno Maroni.

«Sono stato travolto da una carica di alleggerimento del reparto celere in servizio quel giorno e picchiato a sangue, senza alcun preavviso o motivo apparente, e senza avere nemmeno la possibilità di riparami, scrive il ragazzo bresciano.

Il 24 settembre del 2005 Scaroni era alla stazione di Verona, dove si trovava dopo aver seguito un incontro del campionato di serie B. Nella lettera Scaroni racconta di «esser entrato in coma nel giro di pochissimo e quasi morto» e di esser stato caricato su un’ambulanza «osteggiata, più o meno velatamente, dallo stesso reparto che mi aveva aggredito, dopo circa 20 minuti».

Secondo il racconto di Scaroni, la procura di Verona ha aperto un fascicolo «a carico di alcuni poliziotti e funzionari» ma, «nonostante il Gip abbia respinto due volte la richiesta di archiviazione, il pubblico ministero non ha ancora esercitato l’azione penale contro gli indagati».

E oggi, a quattro anni di distanza, conclude il tifoso, «mi domando per quale ragione ciò avvenga e perchè mi sia negata giustizia». L’episodio fu allora denunciato dai tifosi del Brescia che parlarono di «una vera e propria aggressione ingiustificata da parte della polizia alla stazione di Verona».

Ma il questore Luigi Merolla smentì questa ricostruzione. «Le dichiarazioni degli ultras del Brescia – disse – appaiono false e finalizzate a trasformare degli aggressori in aggrediti».

Secondo la versione del questore «la verità è che i dirigenti del servizio sono stati chiamati dagli stessi tifosi che hanno chiesto di far ricoverare uno di loro che si era sentito molto male. Il giovane, disceso dal treno, non presentava lesioni visibili ed era cosciente».

Ed inoltre, disse ancora Merolla, le lesioni riscontrate in ospedale – una ferita alla testa compatibile con l’impatto con un oggetto di forma quadrata, come un sasso, «non sono compatibili con l’equipaggiamento in dotazione delle forze di polizia in servizio di ordine pubblico».

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Alberto Francavilla