Dei venti arrestati otto sono stati poi rilasciati. Un uomo con una cartello che inneggiava al dialogo tra le autorità cinesi e il Dalai Lama è stato circondato dalla folla che lo ha chiamato «traditore» e «malato mentale».
La staffetta è stata circondata da un imponente dispositivo di sicurezza e i giorni scorsi diversi militanti pro-Tibet sono stati allontanati dalla città. Una cerimonia ufficiale ha dato il via nella penisola di Kowloon. Si sono succeduti 120 tedofori, protetti da guardie della sicurezza cinesi, tra cui il campione di windsurf Lee Lai Shan, unica medaglia d’oro di Hong Kong ai Giochi olimpici che si sono svolti nel 1996 ad Atlanta.
Tra i manifestanti a Hong Kong anche l’attrice Mia Farrow che ha denunciato la Cina non soltanto per la repressione in Tibet ma per la copertura data, in cambio di forniture di petrolio, al regime sudanese nelle atrocità perpetrate nella regione del Darfur. Il governo di Khartum, ha detto Farrow, «incassa dalle esportazioni di petrolio 4 miliardi di dollari l’anno, di cui il 70% viene utilizzato per attaccare la popolazione in Darfur». L’attrice ha fatto un appello per il boicottaggio della cerimonia di apertura delle Olimpiadi.