TORCIA OLIMPICA A HONG KONG: PROTESTE, SCONTRI E ARRESTI

Tappa tormentata a Hong Kong per la fiaccola olimpica. La polizia ha fermato una ventina di persone dopo i tafferugli tra nazionalisti cinesi e attivisti che protestavano contro la repressione in Tibet. Arrestata anche una studentessa, la 21enne Christina Chan, che per protesta si era avvolta nella bandiera tibetana. Dopo le clamorose proteste a Parigi, Londra e San Francisco, le tappe più difficili per la staffetta olimpica, quella di oggi nell’ex colonia britannica è l’ultima possibilità di manifestare prima che la fiaccola arrivi sul territorio continentale cinese, sotto la diretta responsabilità del regime di Pechino. Intanto un gruppo di 50 alpinisti ha lasciato il campo base dell’Everest per portare la torcia olimpica di Pechino 2008 in cima alla montagna più alta del mondo. Si tratta di una prova in vista dell’ascesa vera e propria fino alla vetta, prevista nei prossimi giorni.

Dei venti arrestati otto sono stati poi rilasciati. Un uomo con una cartello che inneggiava al dialogo tra le autorità cinesi e il Dalai Lama è stato circondato dalla folla che lo ha chiamato «traditore» e «malato mentale».

La staffetta è stata circondata da un imponente dispositivo di sicurezza e i giorni scorsi diversi militanti pro-Tibet sono stati allontanati dalla città. Una cerimonia ufficiale ha dato il via nella penisola di Kowloon. Si sono succeduti 120 tedofori, protetti da guardie della sicurezza cinesi, tra cui il campione di windsurf Lee Lai Shan, unica medaglia d’oro di Hong Kong ai Giochi olimpici che si sono svolti nel 1996 ad Atlanta.

Tra i manifestanti a Hong Kong anche l’attrice Mia Farrow che ha denunciato la Cina non soltanto per la repressione in Tibet ma per la copertura data, in cambio di forniture di petrolio, al regime sudanese nelle atrocità perpetrate nella regione del Darfur. Il governo di Khartum, ha detto Farrow, «incassa dalle esportazioni di petrolio 4 miliardi di dollari l’anno, di cui il 70% viene utilizzato per attaccare la popolazione in Darfur». L’attrice ha fatto un appello per il boicottaggio della cerimonia di apertura delle Olimpiadi.

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