Sono tempi duri per Sky. Almeno a giudicare dalla sentenza del Tribunale di Roma che ha multato l’azienda al risarcimento degli ex clienti per i costi di recesso giudicati troppo cari.
Una vittoria simbolo per gli oltre 80 mila utenti che hanno lasciato Sky dall’aprile 2007 al settembre 2008, pagando una penale che i giudici hanno valutato troppo alta. Una vittoria, anche, per l’associazione Movimento consumatori che dal febbraio 2008, con un’ordinanza dagli effetti simili ad una “class action”, aveva citato in giudizio l’azienda di Murdoch.
La motivazione della sentenza del Tribunale di Roma è che Sky ha violato il decreto Bersani sulle liberalizzazioni, secondo cui il consumatore ha il diritto di recedere dal contratto senza vincoli e senza dover pagare nessuna penale non giustificata dai costi sostenuti dall’operatore per l’esercizio del recesso. Mentre Sky, fino a settembre 2008 (fino a quando cioè l’Autorità garante delle comunicazioni l’ha multata proprio per questo motivo), ha fatto pagare costi di recesso da 270 a 900 euro, a seconda dei servizi attivati. Il Tribunale di Roma ha ora stabilito che quelli legittimi sono 11,4 euro (Iva inclusa) e quindi gli utenti hanno diritto al rimborso della differenza.
L’azienda, che ha annunciato di voler far ricorso, ha già provveduto a inviare le lettere agli ex clienti con la notifica del diritto al rimborso. Intanto l’associazione Movimento consumatori si dice pronta a fare cause individuali contro Sky per gli utenti che eventualmente, nonostante questa sentenza del Tribunale, non dovessero ancora ricevere indietro i soldi.
* Scuola Superiore Giornalismo Luiss