Abdullah Ocalan, il capo del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan) che nel 1998 venne in Italia dalla Siria chiedendo asilo politico e che l’anno dopo, a seguito di una tempesta internazionale, venne espulso in Kenya, dove fu catturato dai servizi segreti turchi e portato in Turchia dove fu condannato all’ergastolo, ha scritto una petizione di 125 pagine sui presunti rapporti tra Ergenekon, l’organizzazione segreta ultranazionalista accusata di avere organizzato attentati e omicidi politici per destabilizzare i governi di Ankara e aprire la stata a un colpo di Stato, e il Pkk.
Il documento di Ocalan è stato secretato dalla magistratura turca in quanto conterrebbe rivelazioni che violano il segreto di Stato.
Nella sua petizione Ocalan rivela: «Alcuni ufficiali [dei servizi segreti turchi] mi hanno fatto visita quando ero a Damascoe mi hanno detto: “Noi uccidiamo Tansu Ciller (prima ministra turca dal 1993 al 1996) e tu ti prendi la responsabilità dell’omicidio”», ma Ocalan assicura: «Non ho accettato la loro offerta».
Per il Governo turco il Pkk è una organizzazione terroristica che sostiene la causa dlel’indipendenza curda. Secondo i giornali turchi che riportano la notizia del memoriale di Ocalan, proprio giovedì le forze di sicurezza turche hanno ucciso in uno scontro a fuoco due giovani terroristi aderenti al Pkk in una zona di confine col Kurdistan iracheno.