FONTI – Secondo le fonti, Obama dovrebbe affidare il coordinamento del governo di transizione a un uomo di Clinton, l’ex responsabile dello staff della Casa Bianca John D. Podesta, che sarà affiancato da Pete Rouse e Valerie Jarrett. Per quanto riguarda i ministri, all’Istruzione si fa il nome del cancelliere delle scuole di New York, Joel I. Klein, al Bilancio Jim Cooper, per il Tesoro gli ex ministri Lawrence Summers e Robert Rubin o il presidente della Federal Reserve Bank di New York Timothy Geithner, alla Giustizia si parla di Eric Holder o della governatrice dell’Arizona Janet Napolitano. Alla Giustizia si parla anche di Hillary Clinton, ma appare poco probabile, una voce ancora meno credibile accredita Andrew Cuomo, figlio dell’ex governatore democratico dello Stato di New York, Mario Cuomo.
SICUREZZA E DIPLOMAZIA – A capo della Difesa potrebbe rimanere per il momento Bob Gates. Alla Sicurezza nazionale si fanno in nomi dell’ex generale dei Marine Jim Jones e dalla 44enne afro-americana Susan Rice (nessuna parentela con Condoleezza Rice), già assistente segreatrio di Stato per l’Africa on Clinton. Al vertice della Cia potrebbe arrivare una donna: la deputata Jane Harman. Ancora in alto mare la fondamentale poltrona di segretario di Stato (ministro degli Esteri). L’ex candidato alla presidenza John Kerry (che ha appena conservato la sua poltrona di senatore del Massachusetts con il 66% dei voti) vorrebbe il posto, ma contro il suo nome si è già fatto avanti il fuoco di sbarramento dei repubblicani. Sempre alte le quotazioni di Richard Holbrooke, ex ambasciatore all’Onu di Clinton e capo dei negoziatori dell’accordo di pace nella ex Jugoslavia.
REPUBBLICANI – A parte Gates, c’è una clamorosa voce che vorrebbe in pole position per il ministero dell’Ambiente il governatore della California Arnold «Terminator» Schwarzenegger. Per la Difesa, se Gates non dovesse accettare almeno un periodo di transizione, si fa il nome di Chuck Hagel, senatore repubblicano del Nebraska che si oppose alla guerra in Iraq e accompagnò Obama nelle sue visite a Bagdad e in Afghanistan. E Colin Powell, che lo ha appoggiato negli ultimi giorni di campagna elettorale? Un posto per lui nel nuovo staff presidenziale non dovrebbe mancare, magari come consigliere del presidente.
Il vertice del G20 sulla crisi economica in programma a Washington il 15 novembre potrebbe rappresentare l’esordio sulla scena internazionale di Barack Obama, nella sua nuova veste di presidente eletto. Funzionari dell’amministrazione Bush stanno infatti verificando la possibilità che il successore di George W. Bush, che non si insedierà prima del 20 gennaio prossimo, partecipi al vertice.
Intanto il presidente in carica ha salutato la vittoria elettorale del democratico: «Accoglierò Obama alla Casa Bianca il prima possibile» – ha detto Bush, assicurando «collaborazione completa» della sua amministrazione nel periodo di transizione.