«Persiste oggi una paura esagerata verso il settore del private equity, come se portasse con sè i germi di un vasto rischio sistemico. La nostra opinione è che questo rischio non esiste», così il ministro svedese dei mercati finanziari Mats Odell ha inaugurato il semestre di presidenza dell’Unione Europea.
Più che una dichiarazione d’intenti un vero e proprio programma politico per il paese che, nei prossimi mesi, si appresta a rappresentare l’Ue nelle varie sedi internazionali in cui si discuteranno le proposte europee per una nuova regolamentazione di hedge funds e fondi di private equity.
«Non sono nè i fondi di private equity nè gli hedge funds ad aver generato la crisi, come invece si fa credere in molti paesi. Questo non significa che non debbano essere regolati: ma il contributo dei governi deve andare in direzione di una sana regolamentazione, non del killeraggio di un’industria», ha fatto sapere Mats Odell nei primi giorni di presidenza svedese.
Come conferma il Financial Times, la promessa della presidenza Ue sembra dunque quella di un impegno per “migliorare” in senso meno restrittivo le proposte comunitarie presentate ad aprile dalla Commissione.
La comunità finanziaria londinese, che già tempo fa si era detta critica verso il rischio di “difficoltà inutilmente pesanti nell’uniformare tutte le normative nazionali”, ha accolto con cauto ottimismo le parole del ministro svedese.
