di Guido
Il paese corre incontro a una crisi gravissima, come anche gli altri paesi di tutto il mondo. Altrove si danno da fare per attrezzarsi, ma da noi le cose sono più difficili da risolvere. Non possiamo rinunciare a 600.000 auto blu, perché qualche novantenne presidente della Repubblica farebbe ricorso al TAR, né alle 350.000 persone che vivono di politica, perché gli appalti miliardari si bloccherebbero per mancate tangenti. Inoltre i mille parlamentari che costituiscono l'ossatura dei talk-show televisivi, sono, evidentemente, non riducibili. Le tariffe del gas vengono bloccate appena arriva il crollo dei prezzi del metano, quelle della Telecom vengono regolarmente aumentate per mantenere l'ex monopolista pieno di debiti. La CAI, o nuova Alitalia, decolla solo sui giornali, ma non nel paese. Evidentemente, non ha ancora versato un soldo. Il governatore della Banca d'Italia, come ci ha ricordato il ministro del Tesoro Tremonti, proviene dalla Goldmann Sachs, benemerita istituzione che ha arraffato i soldi in ben 5 continenti, e questo è una garanzia per i nostri risparmi. Gli italiani comprano oltre 2 milioni di autovetture ogni anno, ma ne producono solo 900.000 (a proposito quando arriverà Letizia a svelare questi numeri che contano?), alla pari col Belgio, pur di salvare il monopolio produttivo nazionale. Tra breve neanche quelle, visto che Marchionne prevede nuove alleanze. Ecco perché dovremmo finanziare l'industria dell'auto. Insomma, prepariamoci. La crisi sarà lunga, ma soprattutto inutile.
