Galveston, la metà degli abitanti rimane. Preceduto da raffiche di vento d’intensità pari a 175 chilometri l’ora e sollevando ondate alte fino a sei metri, l’uragano ha raggiunto Galveston intorno alle 2.10 del mattino ora locale, le 9.10 in Italia. Malgrado il pericolo imminente e gli appelli delle autorità circa il 40 per cento degli abitanti, vale a dire 23.000 persone su un totale di 58.000, non ha voluto o potuto allontanarsi ed è rimasto asserragliato in casa, in balia della furia degli elementi.
Ike arriva a Houston. Nel giro di qualche ora Ike è piombato su Houston leggermente indebolito e classificato alla categoria 2, su una scala di 5. In quel momento la forza del vento era stimata intorno ai 160 chilometri orari, ma con raffiche fino a 217 che hanno suscitato preoccupazioni per i danni soprattutto agli edifici più alti. Oltre 4,5 milioni di persone risultano senza energia elettrica e le previsioni sono che la situazione resti difficile su questo fronte forse per i prossimi 2-3 giorni.
I vetri del grattacielo in pezzi. Le immagini delle tv americane hanno mostrato gli effetti del passaggio di Ike a Houston: alberi caduti, semafori volati via e vetrate in frantumi nelle strade. Le raffiche che hanno soffiato a più di 200km orari hanno frantumato la metà delle finestre del grattacielo JP Morgan Chase, il più alto della città, 305 metri e 75 piani, tra i più imponenti degli Stati Uniti. I detriti hanno ricoperto tutta la zona intorno che è stata interdetta dalla polizia. La facciata devastata è quella più esposta ai venti del ciclone, ma danni si sono verificati anche altre quattro facciate dell’edificio a pianta pentagonale.
I danni di Ike. Secondo il quotidiano Houston Chronicle, danni si sono verificati anche a un edificio allestito dalla protezione civile per ospitare rifugiati. Anche qui, come in altre zone costiere del Texas, migliaia di abitanti hanno deciso comunque di rimanere, nonostante l’ordine di evacuazione. In queste località le autorità hanno proclamato anche il coprifuoco dall’alba al tramonto. Diciassette raffinerie sono già state chiuse, fermando così circa un quinto della produzione totale di petrolio statunitense.
L’intervento del presidente. E’ un fenomeno meteo enorme che "sta provocando gravi danni", una tempesta di "proporzioni smisurate", ha detto il presidente americano George W. Bush, parlando alla Casa Bianca. Bush ha aggiunto di essere preoccupato per le conseguenze che il passaggio dell’uragano può provocare nel settore energetico. Secondo alcuni esperti la sua forza distruttiva sarebbe infatti inferiore solo a quella di Katrina nel 2005 e di Andrew nel 1992.
Le vittime. Sempre la Cnn riferisce poi delle prime tre vittime di Ike. Si tratta di un bambino di dieci anni colpito da un albero abbattuto a causa dei forti venti a nord di Houston, di un giovane di 19 anni disperso nella cittadina texana di Corpus Christi, travolto da un’ondata mentre si trovava su un molo, e di un anziano deceduto mentre veniva evacuato dalla propria abitazione di Brazoria verso un rifugio nella contea di Bell.